Partenza da Radda e non da sotto la casa del Brocci per la nona tappa del Giro d’Italia, una cronometro di 40,5 chilometri con arrivo nella località fiorentina di Greve.
La “tappa del vino”, voluta e sponsorizzata dal Consorzio Chianti Classico, che ha avuto come caratteristica di svolgersi sotto secchiate d’acqua (non appena il sindaco Pier Paolo Mugnaini ha dato il via al corridore cinese Ji Cheng primo partente e ultimo in classifica generale) su tutto il percorso e con tratti di grandine sui filari di un grande vignaiolo raddese come Paolo Cianferoni.
Si è imposto in 51’45 lo sloveno Primoz Roglic della Lotto – Jumbo, buona la prova del favorito alla vittoria finale del Giro Vincenzo Nibali, mentre il vicentino Gianluca Brambilla, autore di una brillante cronometro, conserva la “Maglia Rosa” per un solo secondo di vantaggio sul corridore lussemburghese Jungels.
Per le vie di Radda, un gran bel profumo di panini con salame e mortadella e olio canforato usato per i massaggi alle gambe dei ciclisti.







































Dopo la polemica che ha suscitato il Brocci sui quotidiani locali perchè il giro non è partito o non è passato da Gaiole ad omaggiarlo, questa battuta sul fatto che i ciclisti non partono da sotto casa sua è fulminante 🙂
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A esser giusti, un po’ merde sono stati.
Dio bono, che gli scombinava tanto la logistica e la logica del giro partire dal paese dell’Eroica? Avrebbe avuto anche piu’ che il suo senso.
Mah. Mi sembra che in questo paese tutto si faccia, fuorche’ “sistema”.
Perche’ non lo si sappia fare o perche’ non lo si voglia fare, lascio ad altri il discettare.
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Il Brocci è notoriamente una persona di spirito e non se la prenderà per la battuta.
La Gazzetta dello Sport che organizza il Giro non è un ente assistenziale e per far partire o far arrivare il Giro in una località pretende soldi e anche tanti immagino.
Questa tappa dovrebbe essere stata coperta dal Consorzio Chianti Classico che forse ha preferito omaggiare il luogo in cui il medesimo Consorzio è nato rispetto ad altri.
Non vedo dove sia il problema e bastava fare pochi chilometri per godersi il Giro d’Italia, come in tantissimi hanno fatto.
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