Una concentrazione di cinghiali terrificante che impedisce all’azienda di lavorare», denuncia Rolando Bernacchini. «Si mette a rischio l’unica economia vera del Chianti, creando difficoltà ad imprese che vantano secoli di storia», incalza Massimiliano Biagi. Parlano di ‘mandrie’ di ungulati. E ipotizzano l’esistenza di una sorta di economia sommersa, così la definiscono, «che ruota intorno a questi animali così forte da superare anche la tradizione del vino d’eccellenza. Speriamo di sbagliarci, naturalmente. Ma negli ultimi anni è stata un’escalation per quanto riguarda la presenza degli ungulati». Eppure Gaiole è stato indicato, tempo fa, come il miglior luogo dove vivere in Europa. Anche se la ‘compagnia’, quella dei cinghiali appunto, risulta decisamente ingombrante per un territorio d’eccellenza. «Devastante», per dirla con Bernacchini e Biagi, rispettivamente amministratore delegato dell’Azienda Rocca di Castagnoli e direttore agronomo della ‘Barone Ricasoli’ di Brolio. Che scendono in campo, condividendo problemi e timori con altri colleghi come l’amministratore del Castello di Meleto, per sollevare il velo sulla condizione di disagio che vivono poli produttivi agricoli capaci di scrivere la storia del Chianti.
Segnale chiaro: basta indugi. Servono soluzioni. «Veniamo alle cifre, così c’intendiamo meglio. Castagnoli ha circa il 10% di superficie vitata, 70 ettari. Il 90% della produzione è di Chianti classico. Già lo scorso anno i cinghiali hanno massacrato sei ettari usati per la riserva. Non è stato raccolto neppure un grappolo. Nel frattempo ho protetto con la recinzione metallica consentita dal Comune, comunque visibile, quasi tutti i vigneti spendendo complessivamente 80mila euro. Senza contare le riparazioni continue perché scavano buche anche di 70 centimetri per entrare. Altri, certo non si tratta di ungulati, tagliano addirittura le recinzioni che siamo costretti a sanare pressoché giornalmente», lamenta Bernacchini. Le cifre, si diceva. «Ebbene, hanno rovinato uno dei nostri vigneti più importanti, quello dove si produce ‘Stielle’ di cui ci sono documenti già nel 1153. Diventerà un bosco, se continua così. In più sono stati mangiati ettari realizzati ad alberello. E’ sparito insomma un prodotto top che avrebbe fruttato circa 30mila bottiglie. Non sono distante dal vero se ipotizzo un mancato introito di 450mila euro. Un anno, due forse si può reggere. Poi ci sono 70 dipendenti da pagare». «A Brolio, come a Castagnoli – rafforza il concetto Biagi – sono stati compiuti investimenti, nonostante la crisi che insiste dal 2008. Chiediamo di essere ascoltati, rivendichiamo un’economia vera. Siamo contadini, non pretendiamo scorciatoie quanto piuttosto di lavorare sodo, produrre buon vino ed esportare, mettendoci tanta passione». Casomai non bastasse l’assalto degli ungulati – peggio dell’esercito degli orchi agli ordini di Sauron nel Signore degli anelli –, c’è anche quello dei caprioli. «Il cinghiale fa il danno diretto sull’uva, questi ultimi iniziano dal germogliamento, già a marzo-aprile. Un danno ancora maggiore. Per piantare un vigneto servono 50mila euro ad ettaro, vorremmo riuscire a vederlo entrare in produzione», invoca Biagi. Danno economico, al paesaggio, in prospettiva ricadute letali sull’occupazione. Cosa si aspetta ancora ad intervenire?

Carrelli di pane destinati alle missioni? 🙂
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Basta, ora basta davvero. Si sono divertiti fino ad ora alle spalle di aziende e abitanti, basta vigne distrutte, giardini divelti, macchine sfasciate! E’ il momento di inca…arsi!
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Eppure qualche parola di commento o didascalia alla foto sarebbe opportuna. L’articolo parla di cinghiali e di uva, ma in foto non vedo ne’ gli uni ne’ l’altra, bensi’ dei carrelli rimorchio stracolmi di pagnotte. Foto di repertorio sulla sussistenza durante la guerra del 15-18?
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No, non si tratta nè di pane destinato alle missioni nè una foto di repertorio sulla linea dell’Isonzo fra una “spallata” di Cadorna e l’altra.
Si tratta semplicemente di carrelli stracolmi di pane pronto per essere gettato in qualche vigna o bosco ad uso allevamento cinghiale.
Colgo l’occasione anche per spiegare la foto e dire agli opinionisti di piazza o di panchina e ai favoreggiatori dello stato attuale delle cose (che guardano il dito ma mai la trave) che questa e tante altre immagini, mi sono state passate da chi è stufo di veder distruggere le proprie coltivazioni e di veder utilizzati i propri terreni per l’allevamento abusivo della fauna selvatica a suon di pane e granturco.
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Dovrebbero essere in tanti a dirti grazie per come ti impegni in prima persona per risolvere questo assillante problema dei cinghiali, ma nessuno lo farà quando il problema sarà risolto….. dovresti sapere che l’impegno per le cause comuni viene ripagato con l’ingratitudine.
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Allora chi ha passato, anzi chi ha fatto la foto e le altre immagini simili, potrebbe (per non dire: dovrebbe) fare la sua brava denuncia, stavolta, una buona volta, non contro ignoti. Perche’ le targhe che nella foto non si vedono, immagino che chi ha scattato la/le foto le abbia viste eccome.
Tenere dei silos pieni di mais nei boschi ovviamente non e’ un illecito (sai mai? potresti volerlo dare ai polli, oppure farci una megapolenta.. insomma: detenere mais non puo’ essere perseguito, quindi uno se lo tiene dove vuole). Pero’ scaricare carrellate di pane “in qualche vigna o bosco” credo proprio che lo sia.
O no?
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@ Cinzia
lo faccio e mi impegno perchè ritengo giusto farlo e non voglio e non pretendo niente che non sia un ritorno alla fruibilità del territorio per chiunque e la possibilità per le aziende di fare vino e pagare gli stipendi dei dipendenti.
@ Filippo
le cose stanno cambiando perchè siamo giunti all’esasperazione di un allevamento che sta rendendo impossibile vivere e lavorare da queste parti…. o semplicemente percorrere una strada in macchina la notte.
I silos di granturco su terreni altrui si sa tutti bene che non sono per governare i polli ma per alimentare i cinghiali…. magari chi li detiene sui propri terreni (più o meno legalmente) comincia a stufarsi e a pretendere di smantellarli e toglierli.
Le cose stanno cambiando e in meglio per chiunque…. cinghialai (non fanatici) compresi.
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