S’addentra nel bosco,
o meglio si perde.
Lo conosce da ogni lato e a volo alato,
spiegato migrando, frenato tornando.
Wislawa Szymborska
Vi è una vigna espiantata con le sole impronte di un daino che quasi si vergognava di imbrattare con i propri passi questa lavagna immacolata.
Da qui si sorprende la Volpaia dall’alto, si sovrastano i camini con i fili di legna che si innalzano per aria come rette parallele non convergenti in assenza di vento.
Sono tanti i gatti della Volpaia, ognuno schivo a modo suo. Chi ti guarda passare dietro un vaso, chi da una siepe mostra solo i tizzoli degli occhi, chi è tradito nel manto finale di tonaca del prete che risalta nella neve e non passa inosservato, chi grigio gessato si butta in terra ma schiva le coccole rifuggendo ogni contatto umano.
Non è tempo di star fuori, le fusa sono riservate alla primavera e al pianto delle viti commosse.



















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