Il 12 si sveglia con le foglie di negroamaro e sangiovese commosse dall’umidità della notte mentre nasce e sboccia il petalo di rosa tenace senza spine più vermiglio color ventricolo nel prato di una canzone del ’68, cinguettata da una graziosa volatile piccina, che testarda, vuole spengere le candeline con lo sbattere di ali sopra una botte ovale di rovere e salsedine colma di gelato crema e nocciola.
Un tenero sguardo abbronzato riflesso nel mare colore del vino.
Loggo coscienziosamente giornali e i blog senesi; che tristezza!
Le sue foto ed i suoi commenti mi allargano il cuore e mi riconciliano un po’ con il mondo.
Grazie
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Bel post che certo non nasconde un velo di tristezza….
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@ pensionata
sono io che la ringrazio per l’attenzione e per il commento che ha lasciato…. ma in tutta sincerità le assicuro che questo post, come qualcun altro qui racchiuso, non li avrei mai voluti scrivere…. ma la vita, si sa, è una panzanella di gioia e tristezza.
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