Rocco Granata, Marina e il carbone del Belgio

Nel 1946, l’Italia uscita stremata e sconfitta dalla seconda guerra mondiale stipula con il Belgio un trattato in cui si impegna a fornire di manodopera le miniere di carbone in cambio di questa materia prima di cui si era carenti.
Secondo il trattato dovevano essere centomila le braccia italiane da calare nelle viscere della terra per estrarre e respirare polvere di carbone per risollevare il paese dalle macerie e miserie della guerra con l’energia del carbone belga.
Il sud è sempre stata terra esportatrice di valigie e di braccia e in questa ondata carbonifera parte dalla Calabria (provincia di Cosenza) la famiglia Granata che arriva a Genk e come tante altre famiglie viene ospitata nelle baracche che fino a poco tempo prima ospitavano i prigionieri di guerra tedeschi.
In questa gioventù cresce Rocco Granata, diventato famoso nel mondo per una canzone dedicata a Marina, un’amore difficile dal nome ispirato ad una marca di sigarette.
Il successo è mondiale e perdura.
In questi giorni (8 maggio) esce nelle sale cinematografiche un film che ripercorre questa storia, interpretato da Luigi Lo Cascio e Donatella Finocchiaro

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