San Giovanni a Cerreto, Castelnuovo Berardenga, un altopiano privo di sasso con terra sciolta e fertile, colmato di viti allevate basse e a breve distanza fra loro che come scenografia è un posto imperdibile dal punto di vista estetico e dal punto di vista culturale per chi ha voglia di apprendere vino.
La bordolesizzazione della Berardenga (e del Chianti Classico) passa anche da qui, con l’esasperazione delle viti che devono soffrire e non radicare, il grappolo stitico che fa bella mostra di se, ma se non riceve irrigazione adeguata nei periodi siccitosi il grande fittumaio di viti con tanta concorrenza ne farebbe un cipollotto nel deserto.
L’esasperazione di essere viventi concentrati in poche zolle corrisponde alla filosofia del grande fratello in cui poco c’è da dire ma molto da comunicare.
Consulente dell’azienda è Michel Rolland, il poliedrico istrione bordolese un po’ Luigi xiv un po’ Brigitte Bardot, un po’ conte Mascetti che dispensa consigli e riceve premi sulle più prestigiose riviste vinarie internazionali con la stessa intensità dei quarti d’agnello alle gare di briscola prima di pasqua.
Dato che il vino viene fatto per essere venduto e i numeri sono il motore dell’esistente, quelle viti suderanno, saranno guardinghe in una grande competizione che le faranno essere l’unica nemica dell’altra per meglio sopravvivere.
Il vino rimane una grande orchestra sinfonica in cui ogni strumento ha la sua voce e la sua identità, ma i sentimenti mal riempiono lo sguardo, meno la pancia. Quindi ha ragione Michel Rolland.









Agronomicamente ha senso mettere le viti così fitte?
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E’ sempre un piacere leggerai Andrea 😉 Secondo te qual è la densità per ettaro della vigna di cui parli ?
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Diciamo che una densità ragionevole di sesto d’impianto può essere 0,80 x 2,50 cm.
Agibile con i mezzi meccanici, non ossessiva per le viti che hanno modo di penetrare e radificare nel terreno senza combattere fra loro e meglio sopportare la siccità estiva… lo spazio per distendere un capo a frutto di ragionevole portata di gemme per non fare vini super concentrati o veri marsala… ma qui si apre un oceano di argomenti
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Perché non hai visto le vigne di Franchetti al Trinoro (Valdorcia), sembrano San Marzano: molto (molto) basse e, credo, 0,50 o forse nemmeno. Non credo che sia una questione economica, nel suo caso, è solo bordolese da morire, radicale. Mai assaggiati i suoi Trinoro (molto cari), comunque i suoi Nerello dell’Etna mi piacciono tanto.
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Famosa la Val d’Orcia per i cereali, i girasoli, il granturco, meno per il vino.
Non conosco Trinoro, ma mi hai messo curiosità e ci sta che prima o poi ci faccia un salto a vedere quelle viti San Marzano.
In quanto ad assaggiare il vino, non mi attira se è pura poltiglia bordolese.
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