Bottiglie di vecchie annate di Chianti Classico

Sopra una scaffale riposto ed impolverato riposano da tempo immemorabile le cartoline dei colpi di vento, di sole e di pioggia che hanno caratterizzato le annate di uva e persone contenute in tante vecchie bottiglie che sono una galleria fotografica del territorio e dei risvolti dei millesimi riportati sul collo o sul busto della bottiglia.
Qualcuna di queste bottiglie è imbevibile per l’ossigeno che ha divelto la barriera di sicurezza del sughero che invece di farlo entrare gradualmente gli ha spalancato le porte.
Altre sono una poesia della terra di profumi e di freschezza acida, di tabacco e sottobosco, di viola e di arancio.
Sono un emozione che probabilmente i vini moderni e costruiti non riusciranno a dare, troppo perfetti e troppo privi di sentimenti per riuscire a comunicare qualcosa in chi è predisposto alla tenerezza.
Anche le etichette retrò hanno un loro fascino impolverate e barocche, semplici ed essenziali per distinguere il vino di casa dal vino della domenica.

0 Responses to Bottiglie di vecchie annate di Chianti Classico

Laura ha detto:

18 febbraio 2014 alle 0:08

Mi piacerebbe venire a trovarti con un cavatappi 🙂

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candy ha detto:

18 febbraio 2014 alle 11:13

Le bottiglie integre sono in vendita?

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AG ha detto:

18 febbraio 2014 alle 15:18

Baccio da Gaiuole un si può senti’….. un megattongo di 4 vocali….

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Andrea Pagliantini ha detto:

18 febbraio 2014 alle 22:02

Le bottiglie non sono in vendita e neanche cavatappabili a piacimento.

Baccio da sotto Vertine suonerebbe meglio, ma ormai Vertine sotto il profilo vino, per colpa di una banda di bischeri è un luogo usurato.

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AG ha detto:

19 febbraio 2014 alle 10:59

Magari ora arriva qualcuno sveglio…….. AHAHAHAHAHAH

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Andrea Pagliantini ha detto:

19 febbraio 2014 alle 14:38

Dammmi retta, domani leggi l’aggiornamento del blog perchè gli scenziati della Porta daranno come sempre il meglio di se stessi 🙂

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silvana ha detto:

19 febbraio 2014 alle 20:04

Vignamaggio venduta (svenduta): villa, vigne, terra, vino.
Siamo ai “saldi Italia”

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Andrea Pagliantini ha detto:

19 febbraio 2014 alle 21:41

Vignamaggio non credo che sia stata tanto svenduta.
In conseguenza della sua vendita, gli ex proprietari che hanno interessi a Vertine e dintorni stanno per restaurare (speriamo con gusto) la chiesa e la casa del prete che presero a suo tempo dal vescovo di Fiesole.
Inoltre vogliono riportare dalla Pinacoteca di Siena “La madonna dell misericordia” di Simone Martini e un trittico di Bicci di Lorenzo se non erro l’autore.
Come possa questo piccolo paese del Chianti essere il crocevia di tanti interessi e situazioni è un mistero…… forse perchè è un bel posto……. forse perchè rientra in un comune piuttosto allegorico dove chi arriva ha il tappeto rosso e viene accolto con tutti gli onori.
Non per ospitalità ed accoglienza, ci mancherebbe…….. solo per il miraggio di spennare o di aspettare qualche briciola.

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silvana ha detto:

23 febbraio 2014 alle 10:47

Vignamaggio svenduta, in ogni caso. Poi con i soldi ci faranno ciò che credono, ma intanto quel luogo non è più Italia. Come molti altri. E non è che uno se la prende perché l’ha acquistata un russo o un francese. Ma perché non è un caso, fa parte dello sbriciolamento generale … e ce ne sarebbero un bel po’ da raccontare.

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Andrea Pagliantini ha detto:

23 febbraio 2014 alle 14:36

Ne parlo domani riprendendo un articolo del Cittadino On Line.

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