La torre di Montegrossi

Settecento metri di altezza in cui si spazia sul Chianti all’ Amiata fino a Porto Cesareo nei giorni più chiari.

I lati sono stati erosi dall’attività dell’estrazione di pietra che ha lasciato questo scoglio di roccia con la torre e due voragini ai lati con la speranza che fra la terra ci sia terra.
La strada è agevole, poi sparisce fra le ginestre e diventa un rigagnolo impercettibile con uno strapiombo e un’erta scoscesa da salire con attenzione.
In cima, la porta rialzata da terra sulla pietra e un contorno di lecci fitti e la linea elettrica sgombra da vegetazione.
Dentro la torre un equilibrio precario di pensieri e sassi per cui è meglio affacciarsi e non entrare, cercare di capire e immaginare senza vedere le feritorie, i capitelli per poggiarci le travi di legno, l’edera che sorregge una parete e fuori è il pennacchio sempre verde da vedere.

Il silenzio interrotto dal canto di storni, un volo di rondine, uno sguardo lontano, riflessi di migliaia di palline da albero di natale scaricate sul fronte sud della cava, il suono lontano di spari di quel coglione di Testa Pelata che ci provava le armi, ma questa è un’altra storia, assopita e sepolta.

Qui un po’ di informazioni.

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0 Responses to La torre di Montegrossi

  1. Avatar di Laura Laura ha detto:

    Bel post, ma è un equilibrio di sassi precari piuttosto pericoloso a vederlo dalle foto!!!!

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  2. Avatar di simone simone ha detto:

    Ma siamo certi che dentro la terra della cava ci sia solo terra?????

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  3. Pingback: Furto di pietre alla torre di Montegrossi | Andrea Pagliantini

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