La svinatura

L’uva era sana ed il vino è stato tenuto un mese meno qualche giorno a macerare sulle bucce per cavarne spirito e corpo.
Separazione del liquido dal solido a scroscio in tinozza per fargli pigliare aria e perdere puzzetti di fermentazione e uva a cassettate nella pressa per ricavarne lo “stretto”.
Un vino torbo e opaco che per qualche giorno riposerà da solo per sedimentare le parti più grossolane prima di essere messo con il vino chiaro precedentemente svinato.
Il malico lo svolgerà quando ne ha voglia, ora o a primavera.

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0 Responses to La svinatura

  1. Avatar di Laura Laura ha detto:

    Ma invece di mandarlo a scroscio in una tinozza perchè non tenerlo al chiuso per non perdere il frizzantino?

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  2. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Si tratta di un vino secco con residuo zuccherino molto basso che non da spazio a rifermentazioni in bottiglia caratteristiche dei “frizzantini”.
    Se tenuto al chiuso con la carbonica (schiuma del frizzantino) il vino (unito alla sosta sulle fondate), produce un bel puzzo di merdino che gli esperti chiamano ridotto, ma merdino rende meglio l’idea di come sia piacevole a bersi…..

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