Bisogna fare alcuni passi indietro, poi avanti, poi di nuovo indietro per spiegare chi sia questo batuffolo rosa che dal 28 maggio scorso ha iniziato a lanciare le prime scureggine sul mondo.
Qualche anno fa compare sul blog una persona che poi saprò essere un giornalista della Stampa di Torino in pensione che cercando notizie su internet su Vertine e su Valerio Pagliantini, finisce per trovare questo blog.
Augusto Minucci nasce a Vertine nel 1922, coetaneo e compagno di giochi di Valerio, mio parente lontano ma non troppo.
Nel 1926 il padre di Augusto vende il podere e si trasferisce a Modena per far studiare le sorelle più grandi.
All’ombra dell’ 8 settembre e poi del passaggio del fronte, si ritrova a Vertine, appena qualche giorno prima che l’infame cannonata tedesca tirata sulla popolazione civile si portasse via cinque vite, compreso Valerio e facesse diversi feriti.
Augusto pur abitando a Torino, ha sempre coltivato il sogno fanciullesco di fare il guardiacaccia a Vertine, luogo che ha sempre amato e portato nel cuore.
Entriamo subito in sintonia, le cose da dire e da ascoltare sono molte e ricordo bene quanto gioiva alla notizia che le colate laviche di cemento per costruire delle faraoniche cantine non sarebbero state fatte.
Venti giorni dopo scompare lasciando un velo di malinconia e tristezza.
Micaela è la bis nipote di Augusto che avrebbe chiamato nonno e che appena cammina batterà le prime culate ammortizzate dal pannolone nelle stradine strette di Vertine.