Si tratta di una scuola intitolata all’inventore della Formula del Chianti, ovvero quel Bettino Ricasoli ricercatore, feudatario chiantigiano, uomo politico del Granducato di Toscana e Presidente del Consiglio dell’Italia unita dopo la morte di Camillo Cavour.

Dal 1952 la scuola forma tecnici di terra e di vino all’interno di aule e di un’azienda a scopo didattico di 45 ettari, dieci dei quali coltivati a vigneto da cui si ricavano i vini in vendita presso lo spaccio aziendale sotto forma di bottiglia e di sfuso insieme a piante ornamentali e per l’orto coltivate nelle proprie serre.

Tre i vini assaggiati. Il Bianco Val d’Arbia (trebbiano, malvasia e sciardonè) è un eccesso di tecnica e di sosta sulle fecce fini che conferiscono al vino il classico odore di fondata che una volta vaporizzato rende il vino piatto e impalpabile.
Il discorso cambia con il Colli Senesi (Sangiovese e merlò) è un vino piacevole e beverino, fruttato e di gradazione (12,5%) lontana dai muscoli e dai cazzotti ai quali siamo purtroppo abituati a pigliare sturando una qualsiasi bottiglia.
L’IGT, denominato Scacciapensieri, dal nome del colle dove si trova la scuola è un misto fra Sangiovese e cabernè. Semplice, privo di grande acidità e spessore, sfondi di peperone e pepe, ma si fa bere.

Il prezzo, rapportato alla qualità del vino è ottimale e privo di fronzoli.
Il desaigne delle etichette è curato da Vita Di Benedetto, rossa bella conoscenza.