Il Comune unico del Chianti

Il Sindaco di sotto Vertine, Michele Pescini scrive ai colleghi di Castellina e Radda per accelerare il percorso di unificazione dei tre comuni del Chianti legati storicamente fra loro, da un paesaggio condiviso e da eccellenze agricole di livello mondiale quali vino ed olio. Un’iniziativa giusta e lodevole che merita di essere ragionata e condivisa dagli abitanti prima che l’unificazione venga fatta d’ufficio dalla regione Toscana in osservanza alle nuove disposizioni di accorpamento dei piccoli comuni. Dal primo gennaio 2014 niente più sarà come prima ed è meglio che le cose vengano fatte dal basso, prima ci mettano mano le scarpe a punta.

Sul Cittadino di Siena la lettera del Sindaco Michele Pescini.

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0 Responses to Il Comune unico del Chianti

  1. Avatar di francesco francesco ha detto:

    Tra le denominazioni di fiumi e di monti, di borghi e città, pochi hanno animato un dibattito altrettanto appassionato di quello che ha contrapposto glottologi, storici e geografi nel tentativo di definire le ascendenze etimologiche, l’origine storica e il significato geografico della parola Chianti.
    Ha sottolineato per primo l’impossibilità di attribuire al vocabolo un significato topografico inequivocabile, in uno studio famoso pubblicato nel 1909, Antonio Casabianca.
    L’asserzione del padre degli studi chiantigiani è stata sottoposta, nei decenni successivi, al vaglio di una schiera di dotti, che, seppure arricchendo e integrando l’analisi di Cabianca, hanno confermato l’iscrizione della parola Chianti tra quelle che non sveleranno mai, probabilmente, per intero il proprio enigma.
    Tra le espressioni più significative dell’impegno profuso attorno a quell’enigma meritano una menzione l’argomentazione con cui Carlo Alberto Mastrelli ha avanzato la congettura che il nome identificasse, nell’alto Medioevo, il borro del Massellone, una vallecola minore collocata tra le sorgenti dell’Arbia e quelle della Pesa, e la dimostrazione di Renato Stopani della secolare espansione dell’area alla cui designazione l’antica denominazione sarebbe stata piegata.

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  2. Avatar di lorenzo lorenzo ha detto:

    A me pare un’idea geniale per rimettere insieme quello che nei fatti è sempre stato storicamente e per rimarcare il fatto che il Chianti non è la Toscana vinicola, ma un lembo di monti terra e sasso ben definito………

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  3. Avatar di Rana87 Rana87 ha detto:

    Un’idea lodevole alla quale va tutto il mio appoggio! Uniamo nuovamente ciò che è stato sacrificato in passato sull’altare degli interessi commerciali…

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  4. Avatar di filippo cintolesi filippo cintolesi ha detto:

    Due commenti, uno rivolto all’autore, l’altro rivolto al primo commentatore.
    Primo: sono poco convinto dell’opportunità di individuare il fattore unificante nel “paesaggio condiviso” perché di questa musica si condivide fino quasi a Greve e oltre, e non mi sta bene. E’ il tipico argomento che ha innescato la catena di allargamenti impropri verso nordovest. Ancora meno sono dell’avviso che vada ricercato nelle eccellenze agricole quali vino e olio, perché a quel punto addio: ecco spianata la strada al “Chianti vinicolo” e buona notte. Nossignori: i tre comuni fanno bene un comune solo perché questa è stata la loro STORIA. Non paesaggio, non prodotti agricoli, bensì STORIA. Forse l’ultima cosa rimasta per cui valga la pena fare un discorso e accalorarcisi anche. La storia, quella cosina che per definizione noi facciamo ma che non possiamo cambiare. E’ storia che del Chianti nome si siano appropriati famelicamente i vinattieri da tre secoli a questa parte. Ma è storia che per i cinque secoli precedenti Chianti ha volsuto dire “Lega di Chianti” una cosa molto ben precisa.
    E qui vengo alla seconda obiezione: suona paradossale sentir citare proprio il Casabianca fra i presunti sostenitori del pensiero debole riguardo al nome Chianti. Il Repetti semmai, prima del Casabianca, sottolineò una certa ambiguità nel toponimo, una certa difficoltà di confinazione, soprattutto verso ovest. Anche se mai e poi mai avrebbe potuto accettare le mostruosità che in nome di un bieco interesse di bottega sono state spacciate sui Chianti diversi, tutti con uguale (seh!) diritto di cittadinanza.
    Il Casabianca, invece, sottolineò la ben precisa identificazione di Chianti con il territorio che per cinque lunghi secoli ha avuto storia sociopolitica e amministrativa unitaria (e separata da altri territori vicini, come Greve, per esempio). ILCasabianca, non pago di questo, rimarcava quanto era già perfettamente ovvio anche ai suoi tempi, e cioè che tutti questi possibilismi, tutti questi dubbi e indecisioni, erano motivati da nient’altro che un pelosissimo senso di opportunità commerciale, visto che poter scrivere “Chianti” su un fiasco di vino (ai suoi tempi; oggi su qualunque cosa), garantisce una visibilità gratuita in più che uno altrimenti se la sognerebbe.

    Ma ovviamente la cosa (questa idea di riunificare il Chianti sotto un unico comune) non passerà assolutamente. Da un lato Firenze non potrebbe mai accettare che un’entità denominata Chianti si formasse in territorio della provincia di Siena e quindi totalmente al di fuori del suo comprensorio. Dall’altro le spinte verso valle (d’Elsa) del comune chiantigiano che ha sempre remato contro, già con il discorso del sito del Chianti storico e della proloco, farebbero naufragare “dall’interno” il progetto.
    Spero proprio di sbagliarmi. Ma non credo che la cosa quaglierà nella forma in cui sarebbe bello e giusto che quagliasse (e in altre forme sarebbe a mio avviso aberrante che lo facesse).

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  5. Avatar di Mammamsterdam Mammamsterdam ha detto:

    Andrea, non ti posso trascurare per un po’ il blog che rientro e trovo le dotte discussioni storico etimologiche e anche questo è molto bello da conoscere per chi non vive sul posto.

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  6. Avatar di Deborah Deborah ha detto:

    Ciao Andrea e salve a tutti, sono molto contenta, come amministratrice e come cittadina, che questa nostra proposta incontri il favore generale (purtroppo non quello di alcuni altri amministratori dei Comuni coinvolti!!). Vorrei tanto che questo dibattito divenisse più vivo e articolato perchè credetemi, aldilà di ogni altro aspetto storico, sentimentale, commerciale, paesaggistico, ecc.. questa questione è veramente la chiave di volta per il futuro del nostro territorio ed i tempi sono terribilmente brevi.
    Grazie

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  7. Avatar di Filippo Pieralli Filippo Pieralli ha detto:

    E allora facciamo come in altri comuni Toscani , i cittadini , dopo avergli spiegato bene i benefici della fusione, sono andati alle urne….
    Incontro e mi confronto con molti cittadini di Radda e Castellina, con il volontariato che svolgo e parlando di questo argomento si dichiarano molto favorevoli per la fusione.
    Quindi, riprendiamoci il nostro vero CHIANTI e tutti i benefici che possono arrivare da questa bella opportunità.
    Resto disponibile per aiutare e divulgare notizie relative che possono far capire bene al cittadino il vantaggio di essere un unico comune……

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  8. Avatar di filippo cintolesi filippo cintolesi ha detto:

    Io sono favorevolissimo a fare anche dell’attivismo per questa cosa.
    Mi dispiace solo che il Maestro Centri abbia troppo poche forze per potersi godere appieno questo momento. Questo momento e’ il SUO momento. E’ la sua nemesi. Per anni lui inascoltato o sbeffeggiato, finalmente ora emerge la sua profonda ragione. E la sua tenacia, il suo rigore, la sua onestà intellettuale.

    Se veramente la popolazione chiantigiana si riappropriasse del suo destino e facesse con lo strumento del referendum quello che le amministrazioni temo non riuscirebbero a fare (vedi il commento di Deborah che conferma quello che immaginavo) sarebbe una cosa grandiosa.
    Il Chianti dei tre comuni, quello dell’antica Lega del Chianti (sottolineo l’ANTICA Lega del Chianti, non l’attuale omonimo sodalizio che osa ammettere nel suo Statuto l’emendamento che accetta l’estensione del territorio del Chianti a includere tutta la zona di produzione del vino DOCG Chianti Classico! Orrore!) e’ una cosa che oltre ad avere dalla sua la VERITA’ storica (il che non guasta mai) , presenta degli elementi che per chi deve fare marketing di un territorio, sono talmente ghiotti che quasi quasi andrebbero inventatati se non ci fossero già. E invece abbiamo il vantaggio che c’è già tutto, ed e’ tutto vero.

    Ma aspettiamoci una guerra feroce. In primo luogo dal Consorzio e da Firenze.

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