Non ha la mole degli ulivi millenari pugliesi o cilentani ma fra le piante del circondario per diametro ed apertura alare è sicuramente quello che più di ogni altro ha visto passare di fronte a se diverse generazioni di persone.
C’è rispetto nell’affondarci forbici e seghetto se non altro per non scomparire di fronte a coloro che negli anni con il loro operato lo hanno portato al livello atturale e a produrre tonnellate di ulive.
E dentro, nel fitto più fitto di talli da tagliare c’è un nido di merlo pronto per essere rioccupato e riempito di uova celesti. Un lavoro di oreficeria con le forbici per non creare danni a questo splendido casolare di campagna con vista su un Chianti senza aggettivi intorno.
Come si vede dalle foto oggi sarà un altro buongiorno a Vertine 🙂
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Complimenti – per ora – al merlo!
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In questi giorni sono sempre li intorno, ma sono convinto che appena mi vedrà sparire quel nido sarà occupato.
E tutto il giorno una sinfonia di canti eccelleschi a fare da colonna sonora e il fagiano a fare il pavone con il suo checchè checchè in cima a una quercia 🙂
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Non so come funzionino i nidi dei merli. Ora, qui in paese quelli dei balestrucci sono tutti occupati. So che se tocchi – o anche se guardi troppo da vicino – i nidi di fringuello o di cardellino, li abbandonano. Forse i merli son più di ‘bocca buona’: anche noi umani gli andiamo bene…Santissime creature, capisco quel santo là che si è applicato a scrivere di voi!
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Alle brutte, c’è sempre il cuccule che occupa i nidi già fatti da altri uccelli e oggi l’ho avuto tutto il giorno a suonare il suo canto (monotono) ma che sa tanto di primavera accertata.
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