La scelta per il Vinsanto

Alla ricerca delle uve migliori fra viti vecchie che la sanno lunga esaminando con arguzia i grappoli che per maturazione e aspetto fisico danno la garanzia di qualità e resistenza all’appassimento.

Malvasia in prevalenza e poi Trebbiano e qualche vite di piscialletto ben riconoscibile dalla buccia che diventa rosa antico, che in cassette basse e con ciocche appese perderanno peso ed acqua concentrando zuccheri in attesa di stabilire quando sarà l’ora giusta per essere pressata e ridotta al rango di liquido da caratelli murato per anni.

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0 Responses to La scelta per il Vinsanto

  1. Avatar di Maria Laura Maria Laura ha detto:

    Su internet digitando Vertine, compare la persona che ieri mi ha dato le indicazioni per arrivare a Radda in Chianti e mi ha fatto un appassionato riassunto storico del luogo che stavo visitando dove tornerò quanto prima…… anche per assaggiare il vinsanto 🙂

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  2. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Se intende assaggiare quello dell’uva qui riprodotta e ora appesa o in cassetta avrà da passare tre anni signora Maria Laura, se invece torna e ha voglia di fare un giro approfondito del luogo, qualche bottiglia vecchia annata di Vinsanto, non mancherà di certo 🙂

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  3. Avatar di silvana biasutti silvana biasutti ha detto:

    E la vendemmia? Come va?

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  4. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    A questo punto da fare a rotta di collo senza aspettare l’intervento dell’annata del secolo di nostro signore.
    Piove, umido, nebbioni mattutini e pianta che per riprendere calore deve aspettare le ore pomeridiane.
    Al momento uva sana, buona. Non sarà una delle annate migliori ma con l’uva sana il vino non è mai lamentevole.

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