Finita l’epoca dei girasoli, nelle stesse buche rimosse di vanga con aggiunta di azoto di culo di pollo in grani, sono state messe a dimora piantine di cavolo nero e broccolo calabrese.
Il cavolo nero sarà una scusa perfetta per ritrovarsi davanti una ribollita condita di olio nuovo, mentre il broccolo calabrese sarà sformato e gratinato diventando motivo di ritrovo, gusto e chiacchiera davanti a un fuoco quando le giornate saranno di luce corta.
Poco distante stanno cavolfiori e finocchielle, altri ortaggi buonissimi che necessitano di pochissima cura e fanno fare tante scuregge.
devo venire a fare un test, lì da te, caro Andrea, perché i cavoli vanno (e comunque son cavoli miei), ma ai broccoli son diventata allergica…che sia la ‘ndrangheta?
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Fidati Silvana, i cavoli calabresi sono una bontà e non c’è da esserne allergici.
Certo è che spesso da quelle parti sembra di camminare all’ indietro in salita per una ragnatela di convinzioni e di burocrazia che ruota intorno alla concessione invece che al dovere e al diritto.
Certo è che ogni tanto parte qualche colpo, qualche campo viene bruciato come qualche macchina, ma non è che qui da noi sia molto diverso: se non rientri nell’orbita della cremeria che gira i lavori, la gente, gli affari, che non si crea difficoltà ad accendere boschi e screditare persone millantandole e dando di fetente se il millantato alla fine si difende e rispedisce al mittente.
Per non aver problemi la cura è sempre l’indifferenza o stare intorno per succhiare qualche briciola.
Sono ottimi i broccoli calabresi, così come la Calabria è una terra bellissima dai grandi sapori e dal mare giusto e stupendo.
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