Frana la galleria della variante di valico e un prete blocca i giganti delle autostrade.
I tecnici devono fare un sopralluogo nella sua chiesa per continuare a lavorare, ma lui nega il permesso: “Non mi rendo complice di una mistificazione e di un finto monitoraggio solo per permettere allo scavo di proseguire nei suoi danni”. Sono preti tosti quelli dell’Appennino.
Tre di loro, trucidati dai nazifascisti nel 1944 a Marzabotto insieme a centinaia di parrocchiani, sono appena entrati in odore di beatificazione.
Dall’altra parte della montagna, nel Mugello, negli anni Sessanta don Milani parlava di una Chiesa che si occupasse dell’istruzione degli ultimi, anche dei comunisti, e per questo fu “esiliato” tra i monti.
Oggi un altro curato di queste montagne come un piccolo David sta sfidando un Golia chiamato Autostrade, che con i suoi scavi sta mettendo a rischio l’esistenza stessa di Ripoli, delle sue case e della sua chiesa: “Voi nella mia chiesetta non entrate.
Non mi rendo complice di una mistificazione e di un finto monitoraggio solo per permettere allo scavo di proseguire nei suoi danni”.
Don Marco Baroncini, giovane parroco della piccola frazione di Ripoli, qualche giorno fa ha incontrato Francesca Fatteschi, project manager di Autostrade per l’Italia, responsabile dei lavori per quel tratto della Variante di valico.
Se lui non permette ai tecnici di autostrade di monitorare la chiesetta, le perforazioni per il tunnel non possono andare avanti. Così i vertici della società sono dovuti salire fino al borgo montano per cercare di convincere il prete. “La novità non è la mia caparbietà, è il vostro scavo”, gli ha risposto don Marco. Niente da fare.
Ogni tanto qualche buona novellla…
“E fra mille anni la gente correrà a seimila chilometri l’ora su macchine a razzo superatomico e per cosa? Per arrivare in fondo all’anno e rimanere a bocca aperta davanti allo stesso bambinello di gesso che, una di queste sere, il compagno Peppone ha ripitturato col pennellino.”
Don Camillo
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un prete che riconcilia con le troppe magagne di santa romana chiesa.
Un eroe, perché mettersi di traverso a qualsiasi realtà che fa girare soldi vuole dire rischiare la vita e non per scherzo.
Si costruisce, si pianificano opere grandi e grandissime; sempre senza discuterne e mai con progetti che tengano in conto gli interessi di tutti – a cominciare dalla terra -, ma solo e sempre glim interessi di 1- banche, 2- imprese cugine dei politici, 3- la finanza globalizzante.
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@ Roberto,
citazione stupenda quella di Don Camillo e del compagno Beppone Bottazzi che ricolora il cristino in sacrestia.
@ Silvana
lo sai meglio di me che un prete su cento non fa primavera e se rompe parecchio lo mandano in punta ad un poggio come fecero con il Don Camillo del film e del libro.
D’altra parte prima vendevano indulgenze a chi pretendeva un posto in prima fila in paradiso…. ora smaniano fra azioni e titoli di stato…. quando il loro principale ai suoi tempi scacciava i mercanti dai templi..
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