E’ un dato di fatto: senza donne si sarebbe tutti uomini e andrebbe tutto molto peggio.
Sono costate una costola ma ne valeva quasi sempre la pena dato che storicamente gli stronzi appartengono alla categoria che usa farsi la barba la mattina e non a quella mette una traccia di matita per dare più luce agli occhi non avendone bisogno scintillando di luce propria.
Ma per curiosità, una certa mosca olearia appartiene al genere da festeggiare?
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Storicamente, solo storicamente. Peraltro storia del passato. Se solo si da’ l’occasione, la stronzaggine dell’altra meta’ del cielo mostra di non avere nulla da imparare. Come e’ perfettamente giusto che sia, del resto.
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“non a quella che mette una traccia di matita per dare più luce agli occhi non avendone bisogno scintillando di luce propria.”
Complimenti.
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Gielle, non vedo il nesso fra la festa della donna e la citazione di quelle piaghe in un giorno di sole, stiamo al tema, cioè alle cose belle, oggi non è la festa dei registratori di cassa frigidi.
Filippo, il quasi certifica il fatto non ci sia la perfezione nell’altra metà del cielo, però sono una costola usata bene.
La luce l’hanno tutte, dalle gambe nerbuta delle contadine chiantigiane fino alle pittrici, ricamatrici, panaie, insegnanti, giornaliste e via dicendo purchè senza scarpe strette in punta.
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Grazie per attribuirci una “luce personale” tralasciando/non prendendo in considerazione altri attributi estetici
Anna Maria
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questa storia delle scarpe strette in punta comincia ad affascinarmi; anche perché c’è stato un periodo della mia vita (cinque anni fa, circa) in cui ho notato che i più stronzi avevano proprio – alla lettera – le scapine strette in punta…
caro Andrea, da donna non mitizzo le donne (del resto è più giusto che a farlo sia un uomo); non le mitizzo perché il “sistema” ci ha costrette (o indotte) ad adeguarci e adottare tutti gli accorgimenti maschili per navigare o, alla peggio, galleggiare.
c’è come un diaframma – sottile, robusto e trasparente (tuttavia sottile) tra essere in un modo e essere in modo più armonioso e rispettoso.
è un diaframma che mi torna spesso in mente – anche in diverse occasioni, quando rifletto su cose che vanno storte e che invece potrebbero andare bene -, perché basterebbe un nonnulla (alla lettera “non niente”), cioè uno sforzo considerevole, ma fattibile; ma questo è impedito da una forza che (ci) spinge in altre direzioni.
(mi sembra già di sentire in sottofondo un coro di mormorii dissenzienti: “parla per te..”; ma sì, certo, parlo per me e per qualcun altro”.).
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E con i calzoni neri a sigaretta, camicia bianca con le iniziali, occhiali da sole al buio e al chiuso, capelli leccati dalla mucca, fruzzicare sempre al cellulare e guardarlo in continuazione cose se ci si decidono i destini del mondo in qualsiasi momento, il ritratto di parecchia gente bazzica nel vino e non solo è questo.
La mia direzione, stando al tema delle direzioni, è all’opposto…
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