Accadde durante il settennato di Sandro Pertini che marito e moglie produttori “chiantigiani” fossero ricevuti dal Presidente della Repubblica nella sua sede ufficiale.
Quando si è ospiti, è buona norma non arrivare con le mani in mano, ma portare un gingillo in dono specie quando si è in visita ad un ospite così prestigioso con il quale non si  va a desinare insieme tutti i giorni.

Nell’animo di qualsiasi produttore  sarebbe gioia assoluta arrivare con in mano il frutto del proprio lavoro e del proprio interesse, ancor più per un produttore di vino del Chianti Storico..

Invece no, portare le proprie bottiglie  al Presidente fu vista come come una burinata e gli furono portate delle costose, parecchio costose bottiglie, ma di altra zona.

Il Presidente Pertini, noto caratteraccio permaloso come una fagiana per ripicca e rimbrotto ai due che non avevano voluto portargli il loro vino, ordinò ad un maresciallone dei corazzieri li presente di stappare le 12 bottiglie e/o buttarle via o bersele di fila.

Il maresciallone le bevve e dopo l’ultimo goccio salì con la veemenza di un cinghiale in cima al campanone del Quirinale intonando con voce di tenore tutto il repertorio delle osterie……….. “Osteria del Vaticano…………..”

Onde evitare un incidente diplomatico con i papaveri ecclesiastici il maresciallone fu tirato giù dal campanile e reso docile con caffè amaro e impacchi di Noce Moscata.

Tutto questo per non aver voluto portare il loro vino al Presidente ritenendolo un burino par loro.
Ambasciatori del Chianti nel mondo.