Galleggiano rari vinaccioli sulla superficie del vino mentre il cappello è affogato in infusione più che in macerazione da almeno una settimana.
Ne vengono profumi di polvere di cacao, frutti di bosco e stille di carbonica che ancora si fa sentire.
Scroscio all’aria nella tinozza per il chiaro e immediatamente in barile con due grammi di metabisolfito ad hl, il solido tolto dal barile sculato a secchiate e pressato.
Lo stretto da solo per un paio di giorni per farlo sedimentare e dopo travaso riunito al chiaro nella quiete del legno.
Colore rosso rubino ma non nero.
E’ Sangiovese.
Meraviglia di lavoro il nostro.. o boischero non vorrai farmi credere che quella roda inchostro che trovo in giro non è Sangiovese? 🙂 🙂 prima o poi quel vino lo bevo … ciao. tutto bene ?
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Se il bicchiere di vino non lo perfori con la vista è sicuro Sangiovese impurezza.
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già….;-)
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