Queste strade portano simmetricamente il pensiero ad un Aquila che non ha i colori giallo-oro e l’ asburgica bitesta come emblema.
Un Aquila più lontana e ferita dalle macerie del terremoto che si è portato via troppe cose e persone.
Se ne sente parlare sempre meno, forse è adesso che la popolazione ha bisogno di non essere lasciata in silenzio e mentre cala l’attenzione, aumenta la paura, si diventa lucidi su quello che è e sarà.
Adesso che la polvere delle case si è sedimentata e la vita nelle tende divenuta una realtà, lo sconforto e la debolezza si fanno sempre più forti.
Ricostruiamo l’Abruzzo riprendendoci i nostri soldi alle Cayman e intanto seguite il blog di Barbara che parla di un viaggio nella sua terra e di una realtà che non è una marcia trionfale come qualcuno va dicendo.












Paglia, mi citi e non dici niente? Il secondo giorno mi è arrivato un ,messaggino dall’amico finto fatuo che chiedeva come stesse andando il mio trip to hell. sul momento non capivo, in realtà lui mi conosce e sa che emotivamente è stata una mazzata. Ma anche bella e terapeutica.
comunque ci torno a Luglio e continuerò ad aggiornare.
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Quando ricapiti spiega quel che è il trip to hell, di inglese ne mastico poco.
Ti cito e volentieri perchè si capisce quello che succede da quelle parti fuori da ogni retorica ma con una forte carica e impatto emotivo.
Sarà una lunga estate, e anche l’inverno sarà duro.
Continua ad aggiornare quando torni e io continuerò a citarti con piacere
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