Dottore, preside, insegnante, giardiniere, colonnello, ladro, carabiniere, ginecologo, maggiordomo ecc.
In quei filmettacci scoreggioni degli anni ’70 in cui un buco della serratura e quel marlonbrando di Alvaro Vitali non mancavano mai, fatti uno dietro l’altro per pagare le costose cure del figlio malato.
E’ stato questo Renzo Montagnani, ma è stato anche attore di pregio, nel fare il barista Necchi di Amici Miei e in filmoni come Il delitto Matteotti, Rappresaglia, Metello e il Don Fumino della televisione, oltre ad attore di teatro.
Se nè andato 12 anni fa oggi.


Il massimo rispetto per uno dei grandi maestri della “commedia all’italiana”.
Proprio in questi giorni mi sto riguardando la trilogia di Amici Miei, dove negli ultimi due episodi interpreta il mitico Necchi.
Questi film sono davvero un capolavoro dove risate, zingarate, ironia, dolore e malinconia si fondono in un tutt’uno: Renzo Montagnani interpretava questo ruolo in maniera sublime.
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E la sai una cosa Capric?
Ho rivisto quei film nel corso del tempo e degli anni e all’inizio erano divertimento puro e assoluto, poi maturando li ho visti sotto una luce diversa, mi sembra che siano i film più malinconici e dolorosi mai siano stati realizzati.
Al centro di tutte le storie c’è un tema ricorrente che va aldilà delle zingarate e degli schiaffi alla stazione che non sono altro che un anestetico di cinquatenni verso la solitudine e un mondo che gli cambia intorno possibilmente in peggio, in cui comunque non ci si riconoscono.
Non ci sono più le osterie, le battone che fanno colazione insieme ai giornalisti nei bar della stazione e dei viali, i personaggi sani e veri di quartiere.
Adesso la città non è altro che un ristorante con 5 cappelli una boutique dietro l’altra e studi di commercialisti che ti spiegano come non pagare le tsse.
Il Perozzi, il Necchi, il Melandri, il Sassaroli e il Mascetti adesso fuggirebbero di corsa nelle desolate e sterminate terre della Patagonia.
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Hai ragione Andrea… forse se ne andrebbero.
O forse sarebbe l’occasione per il Mascetti per fare un’altra supercazzola.
E di gente alla quale fare una supercazzola, avrebbe l’imbarazzo della scelta!
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Li vedrei bene in qualche angolo di Calabria…… te l’immagini quei matti mentre spostano gente e paesi per far finta di fare il ponte di Messina e magari mettere un pilone di sostegno proprio al centro della città o della cattedrale?
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… EUREKA.
…non posso che dire poche parole… GRAZIE.
sono la nipote del “NECCHI”, forse l’unico film, in cui zio recitò…. se stesso.
C.
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un appunto … ” perch’io dovetti mostrare il culo! perchè il teatro non paga!”
…
Fu SOPRATTUTTO attore teatrale. E sì, si sta sicuramente rivoltando nella tomba a vedere qs epoca di “meteore”. Resto io, a perseverare nella crociata della meritocrazia e del talento.
Se ci fosse ora sarebbe colpito da quante persone lo ricordano… e sorriderebbe leggendo quel che qui avete scritto. 😉
C.
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ricordiamoci di lui come attore di teatro e splendido doppiatore
Aristogatti “Sò Romeo er mejo del colosseo”……grande 🙂
Ambra
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@ Cinzia,
sono felice del tuo arrivo e del tuo intervento su questo blog.
“Sò la nipote dì Bar Necchi” mi pare detto con la voce di Renzo Montagnani!!
Cito spesso (parlando di vino) fra le pagine di questo blog le supercazzole, in questo caso le tiro fuori a commento di parole astruse che descrivono un vino o una sua degustazione in cui non si capisce niente e chi assaggia vuole far vedere quanto è bravo ma senza far capire se beve vino o sambuca.
Come se fosse antani anche per lei soltanto in due.
Grazie Cinzia.
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..io non trovavo cosi deprecabili i film commedia con tante tette e culi ..facevano ridere e della risata si ha sempre bisogno..amici miei risate malinconiche ..di buontemponi attempati …
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