E’ una piccola Chiesa vestita di bianco costruita nel 1728.
E’ isolata, appena fuori dal bellissimo centro storico della città di Amantea, ( qui e qui) in Calabria, appoggiata su una collina di arenaria dove è quasi impossibile vedere traccia di verde o un arbusto perchè il divertimento di qualche piccola mente è dare fuoco alle sterpaglie che crescono intorno.
Le pioggie di questi giorni, oltre ad aver prodotto una serie di danni su Amantea che pare un bollettino di guerra, hanno spaccato il terreno della collina e lo stanno trascindo giù, minando la stabilità e l’esistenza della piccola costruzione.
La strada e la chiesetta sono chiuse, un signore che la cura, la raggiunge un paio di volte a settimana per controllare la situazione, ed il suo presentimento è che possa franare giù da un momento all’altro.
Sarebbe un peccato, una perdita grave, una nuova ferita su una terra bellissima ma troppo spesso violentata.
Le colpe? Difficile darne quando chi abita in un luogo non lo tratta con rispetto e con amore.
Andrea Pagliantini 
Il paese della bella?
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Non hai risposto alla domanda!!!
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Credo siano cose non ti riguardano.
E il tema del post riguarda altro argomento.
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Non è poi così difficile individuare le colpe; hai ragione tu, come si fa a vivere in una terra come questa e a non amarla? Le frane, i crolli, le tragedie di questi giorni hanno radici antiche; sta franando la presunzione di poter comprare con i soldi anche la natura, di addomesticarla a nostro piacere, di ucciderla. Crollano mondi per presunzione e per mania di onnipotenza. Non ce li meritiamo…..
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Per quel che mi riguarda comincero’ a credere che crolla mondi e presunzione quando nel fango vedro’ i responsabili di tali scempi (nell’ipotesi, ritengo molto plausibile, che sia pure in una regione caratterizzata geologicamente da fenomeni erosivi i responsabili esistano). Finche’ costoro continueranno a imperversare, o anche soltanto ad esistere indisturbati, nella mia grammatica a crollare saranno sempre i soliti disgraziati.
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E’ da tanto tempo leggo questo blog pur non avendo mai lasciato un commento.
Ho iniziato a leggerlo per caso e poi non me ne sono più staccata, seguendo evoluzioni di vino, olio, le graffiature, ma anche le tenerezze.
Non perderlo uno così.
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Ancora più triste vederle adesso, alla luce del sole, come se il tempo non fosse passato, le ferite di questa terra, le spaccature, gli inabissamenti, le morti e tutto ciò che rischia di sparire.
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