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Il 14 giugno 2008 in località Contrada De Sisa nel comune di Monreale è scoppiato un incendio su un terreno confiscato alla mafia e assegnato alla Coop Pio La Torre – Libera Terra. Il fuoco ha distrutto 50 piante di ulivo. La causa dell’incendio è incerta, di sicuro si è propagato sull’unica porzione di terreno collinare ospitante ulivi della Coop Pio La Torre: il resto del fondo ancora incolto non è stato investito dalle fiamme. Nei programmi della cooperativa era prevista la realizzazione di un uliveto su tutti i 7 ettari di terreno in località Contrada De Sisa. La distruzione degli ulivi rallenta i programmi di investimento con il rischio di mantenere ancora incolti questi terreni.
Il Coordinamento Libera di Reggio Emilia promuove la campagna di sottoscrizione “Una collina di ulivi per una terra Libera dalla mafia” per raccogliere i fondi necessari all’acquisto e alla posa di 2.000 piante di ulivo per la realizzazione dell’oliveto su tutti i terreni di Contrada De Sisa. Il progetto, del costo di 14.000 euro, punta a rilanciare l’attività della cooperativa, per liberare appieno queste terre dall’oppressione mafiosa.
È possibile sottoscrivere per la Campagna mediante versamento con bonifico bancario intestato a: LIBERA Bologna conto corrente n. 1651983 presso Banca Popolare dell’Emilia-Romagna sede di Bologna codice IBAN: IT47Z0538702400000001651983 indicando come casuale: sottoscrizione Collina Ulivi Coop Pio La Torre
Dell’avvenuto versamento è poi bene avvisare la Presidenza del Consiglio Comunale di Correggio: tel. 0522.630700 (Catia Scaltriti) fax 0522.630760 mail: gpelliciardi@comune.correggio.re.it Inoltre è possibile “acquistare una pianta di ulivo” del costo di 7,00 euro da donare alla cooperativa Pio La Torre, presso i banchetti e i punti di raccolta delle sottoscrizioni patrocinati da Libera Reggio Emilia.
posso fare un copia e incolla e mandarlo anche ai miei amici per vedere di far qualcosa di utile Andrea?
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Certo che puoi, anche un solo olivo regalato alla cooperativa è un opera meritoria e di legalità in un terrtorio che ne conosce poca.
Ma anche noi qui nella nostra Toscana guardiamoci intorno e scaviamo più in profondità nelle cose, che non è tutto oro quello che luccica.
Pensiamo a che movimento di soldi c’è quando si tocca una pietra e del cemento, pensiamo a quanti abusi e cementificazioni fregiate della parola sviluppo vediamo fiorire sempre più spesso ed in posti che non meritano di essere colonizzati e stravolti.
Velo di tristezza per me, ma lo chiamano sviluppo.
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