Groviglio di rovi e ginestre
nel mese di aprile.
Duro, ma lo preferisco allo scorso,
di giorni steso, di dolore acuto,
di passi e futuro zoppi ed incerti.
Ora marce forzate per spirito e corpo,
calibro di come sono e dove il fisico arriva.
Non è facile,
ma c’è la vita,
il consumo dei giorni,
la loro pienezza
nel riempirli di amaro, di dolce
l’essere cosciente
non preda di eventi,
capitolazioni di maree e pensieri.
Ci sono sempre più,
lotto nei muscoli
le forme di tornar forte.
In mezzo ci sei,
piena e larga di sempre,
l’avvertenza di una carezza
azzurra e persistente.
Sei qui, sei nel passito,
sei ovunque,
ma preferisco carezzarti fra la salsedine.

