Per ricordare e ricordarci di non abbassare la guardia mentre in questo momento si lucidano le mobilie e si fanno plastiche facciali per proporsi come” più meglio” in un’assennata campagna elettorale, propongo un articolo tratto dal sito Amanteanet , e che riguarda il giudice De Magistris e alcune sue dichiarazioni a seguito del premio ritirato alla memoria del giudice Rosario Livatino,” il giudice ragazzino” come venne battezzato se non ricordo male dall’allora Presidente Cossiga.
| De Magistris: «Una magistratura che ha troppo timore mi spaventa» | |
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PeggioreMigliore
| Scritto da “La Provincia Cosentina” del 10/02/08 | |
| domenica, 10 febbraio 2008 20:05 | |
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Il pubblico ministero messo sotto processo dal Csm deluso dal periodo buio della giustizia «Le toghe devono restare fuori da ogni forma di potere, bisogna saper scegliere» «Una magistratura che ha paura e che ha timore, soprattutto in questo momento storico, a me spaventa molto. La magistratura deve stare fuori dal potere». Lo ha affermato Luigi De Magistris, sostituto procuratore calabrese, ritirando a Mascali, nel Catanese, il premio Rosario Livatino. Un riconoscimento è stato consegnato anche al Gip Clementina Forleo. «Questo è uno dei momento storici dove non bisogna avere la paura di scegliere – ha aggiunto il magistrato calabrese – bisogna schierarsi con serenità. Le valutazioni di opportunità non devono appartenere ad alcun magistrato. Se si cominciano a fare valutazioni di opportunità si perde l’indipendenza, la serenità. Per fortuna nel Paese – ha concluso De Magistris – ci sono tanti magistrati che hanno seguito l’esempio di Livatino». «In genere parlo a braccio, però questa volta voglio provocatoriamente leggere la relazione dell’anno scorso: tanto la situazione non è cambiata per nulla». Lo ha detto il Gip Clementina Forleo intervenendo sempre alla consegna del premio Rosario Livatino, manifestazione alla quale partecipa per il terzo anno consecutivo. Riconoscimenti sono andati anche al procuratore capo facenti funzioni a Caltanissetta, Renato di Natale, e al giudice Ottavio Sferlazza. Alla cerimonia ha assistito, tra gli altri, il sindaco di Gela (Caltanissetta), Rosario Crocetta, nei cui confronti la mafia aveva progettato un attentato e che sarà candidato dal Pdci a presidente della Regione Siciliana. Il Gip di Milano, nel suo intervento, ha citato le parole di Livatino, il “giudice ragazzino” ucciso da Cosa nostra, e ha invitato a «non cedere al ricatto dei poteri forti dell’antistato, qualunque colore essi abbiano e dietro qualunque colore si nascondano » e ha sollecitato a «lottare contro di essi senza alcun condizionamento, con indipendenza e quotidiano coraggio: costi quel costi». «Livatino – ha aggiunto il Gip Forleo – ci ha insegnato che essere magistrati non implica isolamento, ma che impone una lotta per i diritti civili di chiunque, soprattutto dei più deboli ed emarginati, di coloro che rimangono senza effettiva difesa». Nella ricorrenza dedicata al giudice canicattinese barbaramente trucidato per mano mafiosa, il 21 settembre 1990, sulla SS 640 Agrigento-Caltanissetta, mentre si recava senza scorta in Tribunale, il magistrato milanese, ritirando il premio, ha denunciato come nel Mezzogiorno e in particolare in Sicilia ci sia «una grande presenza di illegalità dei parti poteri forti». La cerimonia di premiazione è stata preceduta nella mattinata di ieri dall’intitolazione di una strada al giudice Livatino, seguita da una rappresentazione teatrale e dalla proiezione di un un servizio giornalistico della Rai sulla vita del giudice di Canicattì, il tutto alla presenza dell’emozionato anziano padre del “giudice ragazzino”, l’avvocato Vincenzo Livatino. |


