Per una volta esco dal seminato e non racconto fatti prettamente vinari e legati alla produzione, ampio l’orizzonte su un argomento che non può che essere definito una porcata.

Ieri, in uno dei tanti scivoloni del governo sugli emendamenti alla finanziaria in Senato, in una votazione per il mantenimento o no della società Ponte sullo Stretto, un manipolo si senatori maneggioni ha votato insieme all’opposizione per il mantenimento in vita della società medesima.

Questo governo è stato eletto con un programma che prevedeva fin da subito che il famigerato ponte sullo Stretto di Messina fosse una cosa da non fare assolutamente, un’ opera mastodontica e inutile. Bene.

Alla prova dei fatti però, il Ponte come giusto non si farà, ma  una serie di maneggioni ha votato per il mantenimento di una società che non produrrà assolutamente niente di utile e sfruttabile, ma graverà e molto con il suo costo nelle casse dello Stato. I motivi, potranno pure essere i soliti e prevedibili, qualcuno che ha interessi nei collegi elettorali, o interessi nella società in questione o in quelle che ci sono coinvolte dalla progettazione o chissà cos’altro.

Non è questo quello che mi interessa, non sono i motivi per il mantenimento in vita di questo carrozzone che mi preoccupano, sono i costi, sono le forme di ricatto di gruppetti che di volta in volta su ogni singolo argomento forzano il governo a prendere decisioni con il ricatto di non votare questa o quella legge, le cose che temo.

Temo come la peste questo navigare a vista pur di rimanere a governicchiare e temo anche che pur di rimanere passino delle vere assurdità, speriamo di non dover sorbire anche qualche condono edilizio, sarebbe il colmo.