Al Podere Erbolo, siamo nella fase di macerazione, la fermentazione è quasi totalmente terminata, se si esclude un barile che è un pò più indietro agli altri, ma non desta preoccupazione, anche assaggiandolo appare quasi secco e con pochi zuccheri ancora da svolgere.
Adesso siamo nella fase di macerazione nelle vinaccie, si cerca di tenerci il vino fra i 15 e i 20 giorni dalla raccolta per estrarne quanto più colore possibile e quanto più corpo si può prendere, da uve che hanno la caratteristica di donare dei profumi favolosi, ma in parte latitano di ciccia.
Rispetto agli anni passati, prima che ci mettessi le mani, il vino stava in macerazione una settimana o poco più, si ottenevano colori spenti, scarso corpo e un vino complessivamente buono, ma che non aveva le caratteristiche di persistere nel tempo, anche perchè l’uva bianca veniva si messa, ma senza stare a guardare molto la quantità.
Inoltre sulle piante ve ne era troppa, molta, non arrivava al grado di maturazione opportuno,vi era il solo pregio di riempire le botti di tanto vino.
Comunque, come dicevo, siamo nella fase di macerazione, non si insiste come all’inizio con la rottura del cappello per 5 volte al giorno, ma ci si limita ad una movimentazione di un paio di volte , intervallata, negli ultimi giorni di fermentazione da una fuoriuscita in tinozza del vino per arieggiarlo e disperdere odori di fermentazione.
Assaggiato più volte, non mi sbilancio se dico che sarà una annata che resterà negli annali di quel luogo, un continuo miglioramento per sfruttare al meglio quanto quelle viti vecchie che la sanno lunga, sanno donare se trattate in certo modo.
Al momento si sta rimettendo in funzione una vecchia pressa manuale, che è stata sabbiata, ieri, una mano di aggrappante, ed oggi la definitiva copertura con vernice epossidica, sarà un divertimento vederla funzionare.
Se le cose vanno come devono, si procede con la svinatura nella prossima settimana, i barili che devono contenere il nuovo vino, sono già pronti all’uso, lavati e messi in posizione.
Sono barili da 3,5 hl di rovere, naturalmente usati e con vari passaggi alle spalle, non è nostra intenzione donare dei gusti legnosi un pò estranei.
Nella foto sopra riportata, si può ben vedere come si presenta il cappello superficiale prima della rottura e della bagnatura, già il colore delle buccie fa intravedere che non verrà fuori un vino ombroso, ma il rosso rubino tipico del sangiovese.
