Preparazione alla svinatura

 

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Chi non ha mai imprecato per una volta sulla scarsa puntualità di un artigiano?

Sia un elettricista, un idraulico, un muratore o un imbianchino e chissà quante altre categorie si possono e si dovrebbero aggiungere.

Bene, stavolta i miei preconcetti e pregiudizi verso queste categorie hanno avuto un duro colpo, e in poche parole tento di spiegare perchè.

L’uomo con i baffi della foto qua sopra, si chiama Libero Mugelli, fa il falegname e intorno la fine di settembre gli era stata commissionata la ricostruzione della gabbia in legno di una vecchia pressa manuale che si voleva riutilizzare in fase di pigiatura delle uve, le piccole quantità, riescono anche a far divertire, come poi si vedrà.

Bene, Libero Mugelli, non solo ha fatto un lavoro a regola d’arte come è solito fare,ma lo ha fatto con ben una settimana di anticipo sui tempi in cui aveva promesso di finire il lavoro, pare incredibile, ma è così.

Ha lavorato di fino e a testa bassa sul pezzo finchè non l’ha visto finito, si è entusiasmato anche per il legno che ha usato, di provenienza da vecchie botti di rovere andate in disuso da alcuni anni, delle tavole di legno massiccio davvero stupende e intrise di vino vecchio.

Ha smontato la gabbia una stecca si, una no, per fare in modo che la struttura reggesse senza poi avere dei problemi a rimettere tutto insieme, ha riprodotto le stecche fedeli nella misura e nella forma alle originali, le ha montate, ha rismontato le stecche vecchie rimaste, le ha riprodotte ed è così nata la nuova gabbia per le pressature dell’uva del Podere Erbolo.Messa così forse sembra facile, io ci sono stato mentre Libero piallava, tagliava, avvitava, ci vuole maestria, soprattutto perchè le doghe della vecchia botte erano un pò curve, come è normale, è ha dovuto trovare l’anima di quel legno per raddrizzarlo.

Il divertente poi è condire quella lavorazione con i racconti di Libero, su vecchi clienti ottusi, sulla caccia alla lepre, sul suo modo di fare vino con le dieci viti che ha e vinifica in base a quello che ha voglia di fargli quel giorno, o anche quella notte.

Comunque, adesso la vecchia pressa manuale degli anni 60, è quasi pronta, la parte metallica, che purtroppo è in ferro, deve essere sabbiata e riportata completamente a lucido, successivamente verrà steso sopra una bella mano di vernice epossidica alimentare e dopo qualche giorno sarà pronta all’uso.

Intanto l’uva nei barili sculati prosegue il suo percorso di fermentazione, ogni mattina viene controllato zucchero e temperatura, il primo scende costantemente e quindi è tutto regolare, la seconda nonostante il fresco che inizia a fare non ne risente e rimane stabile sui 28 gradi.

Viene rotto il cappello sempre 5 volte al giorno e tutto sembra andare per il meglio, ci aspettiamo grandi cose da questa vendemmia, da questa annata in generale e da un 2008, sempre in generale, che non è poi così lontano

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