Il motto dei monaci benedettini di Monte Oliveto Maggiore (pur non comparendo a chiare lettere nella propria Regola) è: “Hora e labora”, ma l’abito degli olivetani è costituito da tonaca, scapolare con cappuccio, cintura, cocolla e mantello bianchi, per devozione alla Maria di Nazareth.
Ciò comporta che possono svolgere molte attività, ma devono stare molto attenti in cucina a non farsi frittelle (che il bianco si pulisce solo in varichina) e meno che meno possono dare il ramato a mano nelle loro amate vigne.
Montare addosso la pompa dell’acquetta implica di intonacarsi la veste di ramato e il Papa romano e lupacchiotto non ammette che i suoi funzionari di zona siano vestiti da laziali.
In compenso i monaci hanno in cura un grande presepe meccanico allestito da Giancarlo Palazzi nella cripta dell’Abbazia con un ambientazione che prende spunto dal paesaggio delle Crete Senesi, con musica e cambi di luci… “E fu alba e fu tramonto”.
Poco distante si trova la vendita diretta di santini, cabernet, infusi e tisane.