
Oggi piove sulle “Pietre d’inciampo” collocate in Pian de’ Mantellini a Siena dal lato della Chiesa del Carmine davanti all’ingresso dell’abitazione dove risiedeva la famiglia Nissim nel 1943.
Ottone confittato nella pietra serena a futura memoria che non è facile scorgere per la fretta dei tempi e per le auto in sosta che quasi oscurano il piano di cammino.
Luccicano improvvisi come tuoni in una tempesta metaforica che coglie il passante e lo porta a riflettere e mettere in moto pagine lette, freddo interiore e racconti di vita tramandati.
Marcella e Graziella bellissime figlie poco più che adolescenti -con il fiorire della vita davanti – di Gina (Sadun) Nissim, arrestate (per leggi disumane) e tradotte in carcere a Siena il 5 novembre del 1943, trasferite a Bologna e da lì nel campo di Aushwitz in Polonia da dove non hanno fatto ritorno.
I nazisti erano dei grandi organizzatori di trasporti ferroviari, meticolosi burocrati sadici, privi di senso dell’umorismo e di calore umano.