
Questa foto farà commuovere molti animi sensibili che ricorderanno come era la loro infanzia e il loro crescere in un piccolo angolo di mondo pieno zeppo di sassi e di erba secca.
Da notare la bellezza dell’acciottolato (romano) che da Vertine scendeva (e si vede anche ora) verso il podere Colto alle Bolli (Coltalebolle da non confondere con l’attuale assurdità di “Villa Chianti Veetine).
Da notare che il profilo dell’edificio a destra è rimasto più o meno tale, mentre a destra l’ulivo in bilico rimane, ma tutta la panoramica è offuscata da una parete fitta di cipressi che compromettono la stabilità stessa del muro.
La Torre del Palazzo è significativamente diversa dopo il restauro sostenuto a metà degli anni ’70.
A parte i più o meno punti luce presenti ora nella struttura (di quello che nei secoli è stato la residenza del Signore di Vertine) si noterà la copertura a tegole e coppi della torre, il che porta a pensare che anche la Torre d’ingresso avesse a suo tempo una tale struttura invece delle terrazze attuali.
Solo che nel corso dei secoli la Torre principale divenne un tubo vuoto e la memoria non è sostenuta da fonti certi, tranne che un dipinto Cinquecentesco posto nella casa del prete (canonica) che mostra le Sette Torri merlate, il che fa supporre che anche esse avessero un tetto fatto di tegole.
Foto Fonte: “I castelli dell’antica Lega del Chianti” di Renato Stopani e Italo Moretti, Nuova Editrice Fiorentina 1978.