La storia dei Visconti di Modrone a Vertine

Si era nel mese di luglio 2021 quando se ne andò Ilia, ultima discendente della famiglia Visconti di Vertine dopo una lunga vita non sempre serena.
Fu proprio in occasione del funerale di Ilia che ci fu un’epica fiammata da parte di Pasqualino al prete dell’epoca arrivato con notevolissimo ritardo per la triste cerimonia.
Si ritorna alla ricerca di Alfonso Sderci su Vertine e si incasellano ricordi – ma anche percorsi di ricerca successivi sulla presenza dei Visconti di Modrone a Vertine.

La loro dimora è certa, ovvero il palazzo che si trova all’arco delle rose e la rifinitura delle finestre in pietra di travertino tradisce quanto sia stato importante quella dimora.

La famiglia Visconti giunse a Vertine intorno alla fine del 1600 dopo aver acquistato delle propretà dalla famiglia Peruzzi o (storia orale piuttosto simile al vero) per aver indietro dei debiti mai pagati sotto forma di risarcimento.
Vennero intanto in possesso del detto Palazzo Visconti entro le mura di Vertine e di ben tre poderi che provvedevano al loro sostentamento, ovvero: Le Conce (Il Concio), Piazzole e molto probabilmente anche il Colto alle Bolle (Coltalebolle).
Questo per secoli e secoli ed è nel primo censimento svolto nel Granducato di Toscana governato da Leopoldo II di Lorena e redatto da Don Gregorio Rapaccini che si apprende che la famiglia Visconti, all’epoca era la più importante del paese tanto per la posizione di possidenti, tanto per essere di Visconti Viviano anche la torre all’ingresso del paese, restaurata nel 1972 da Alberto Bruschi.

Poi si arriva a quello definito “L’imbroglio dei Ricasoli” ma è più esatto dire che per la famiglia Visconti vi fu un dissesto finanziario generato da enormi debiti di gioco che videro i Ricasoli di Meleto prendere possesso del Palazzo entro le mura e dei tre poderi.
La famiglia Visconti retrocesse dal rango di “possidenti” al rango di popolani come lo erano gli altri abitanti del paese, ma con il pregio di essere da sempre spiriti liberi e indomiti.
Fra i ricordi di Alfonso Sderci ci sono delle lunghe chiacchierate con Irma e Francesca (Visconti) in epoche lontane pochi decenni dall’oggi e viene fuori la storia di un camino imponente (di pietra serana) che aveva come fregio centrale il Biscione dei Visconti e che venne smontato e acquistato da uno zio impresario edile dello Sderci.
L’allora Rettore dell’Università di Siena Mauro Barni (medico legale di grandissima levatura e in seguito ottimo sindaco di Siena) era amico dello Sderci impresario a cui chiese il montaggio di un camino all’interno della Certosa di Pontignano di proprietà dell’Università.
Fu li che venne portato e montato il camino e Alfonso Sderci (anni dopo) girovagando per tutta la Certosa alla sua ricerca, alla fine lo trovò e fotografò… con l’incanto del Biscione dei Visconti su pietra serena.
Venendo all’oggi (ringraziando Alessandra e Gaia per la cordiale disponibilità) e dopo aver girato ogni stanza provvista di camino della Certosa di Pontignano, il Biscione non è saltato fuori.
A pian terreno c’è un camino con un animale rampante che non si capisce se essere un cane, una pantera o altro, ma dello stemma dei Visconti neanche l’ombra.
Un successivo tentativo presso l’archivio storiografico dell’Università di Siena ha dato esito negativo: del camino dei Visconti di Vertine, non vi sono informazioni.

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