La statua di Germanico al Museo di Amelia

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Lo scavo intrapreso ad Amelia (Tr) nell’agosto del 1963 per la costruzione di un mulino, non lontano da Porta Romana, lungo la via Ortana, ebbe la fortuna di portare alla luce numerosi frammenti bronzei  di una statua che sin da subito fu riconosciuta come di altissimo pregio.

Una volta ricomposta nelle sue parti, la statua apparse nella sua maestosità; di proporzioni maggiori del vero raffigurava un personaggio stante identificato come il principe della famiglia Giulio-Claudia, Germanico Cesare.

Attualmente la statua bronzea è conservata presso il Museo Civico Archeologico “Edilberto Rosa” di Amelia.

Germanico, figlio adottivo dell’imperatore Tiberio (42 a.C. – 37 d.C.), abile e valoroso condottiero, Imperator dell’esercito romano, combatte soprattutto in Germania.

Al ritorno a Roma nel 17 d.C. riceve l’onore del trionfo, come rappresentato in monete o raffigurazioni pittoriche dell’Ottocento.  

Richiamato in oriente per le sue qualità da condottiero, al ritorno dalla Siria, contrae una misteriosa malattia che il 10 ottobre del 19 d.C. gli costerà la vita.

Nonostante le sospettose circostanze che gettano il seme del sospetto anche sul padre Tiberio, il corpo del giovane viene cremato per essere trasportato a Roma e riposto nel Mausoleo di Augusto.

Gli onori tributati lo accosteranno alla visione di Alessandro Magno a cui era vicino per valore militare, età e luogo della morte.

Una statua unica realizzata nel I secolo d.C. con la tecnica della “cera persa” con metodo indiretto (utilizzato per la realizzazioni di statue di grandi dimensioni); questa poggiava su una base calcarea alla quale era attaccato, al momento del ritrovamento, un frammento bronzeo del piede destro.

Evidente il rimando al canone di Policleto nella distribuzione del movimento che vede la figura poggiare sulla gamba destra mentre la sinistra è a riposo; al di sopra, il braccio sinistro è piegato e sorregge una lancia, mentre la destra è sollevata nel gesto della adlocutio (gesto proprio degli oratori per attirare l’attenzione poiché stanno per prendere parola).
Fonte: Ilenia Maria Melis Orizzonte cultura.

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