
Si abbassano le sbarre automaticamente senza la manovella del casellante, con quel tipico suono di campanelli e alla stazione invitano i passeggeri a non oltrepassare la linea gialla
Lunghe colonne di macchine si formano davanti alle sbarre e dopo un tempo che pare a volte l’Infinito di Leopardi, non si affaccia l’Orient Express o il Freccia Rossa, ma una minimale tradotta che fende come un graffio al cuore due rette parallele ai cui lati scorre un mare asciugato.
Fra piccole stazioni abbandonate all’incuria decrepita distillata da chi viaggia con l’autista e l’auto blu e taccia di inutilità tutto ciò che è servizio, moto di conoscenza e spostamento in spazi condivisi.
Cento anni fa c’era un reticolo di binari molto più esteso dell’attuale (ottimale per portare i fanti nelle pietraie e trincee) l’andare moderno pare essere una prosecuzione in solitudine.