
Il vino non è più un alimento o benzina per una forza lavoro che compie sforzi sovrumani, ma nella maggior parte dei casi è un bene di lusso al pari di una borsa, un gioiello, un profumo ecc.
Con tutte le contraddizioni del caso, sia chiaro: alla base sta chi pota e custodisce le vigne, non più sapienti operatori, ma variegati giovani provenienti da ovunque, con un tempo massimo di pochi secondi per qualsiasi operazione da svolgere su una vite.
Il lusso sta nella commercializzazione e nel marketing, mentre alla base arrivano i coriandoli e se si hanno gli occhi un po’ allenati, non è difficile scorgere come la conduzione in biologico di diversi vigneti (al margine dei recinti che li proteggono dalle voracità ungulate) sia attraversata da una riga di diserbante che colora di arancione una lunga striscia di ipocrisia. Fonte: Il Cittadino.