
Da qui partivano le lettere prima che si chiamassero mail e non arrivavano immediati, ma serviva del tempo imprecisato prima di poter leggere le parole messe su carte, da conservare gelosamente negli anni del militare, delle vacanze liete, dei tempi dilatati senza essere istantanei come la pulenda.
Lettere da spilluccare come una ciocca d’uva, da conservare, da annusare per certi profumi, da trepitare, guardando la propria cassetta – spesso – desolatamente vuota.
Quanto mi mancano le care vecchie lettere…
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