La vendemmia nell’anno della peronospera

Per ritrovare negli archivi un’annata malefica come questa, bisogna risalire nella memoria di chi c’era (e già era operativo) alla vendemmia del 1961, quando la primavera fu un pisciolio continuo e l’uva futura e le foglie – nel pieno della fioritura – non facevano in tempo ad asciugarsi.
La peronospera ha lavorato bene e proficuamente sulle varietà estranee come il merlot, che ha preso botte da tutte le parti e saanno molti i vini in purezza al gusto ciliegia che quest’anno non saranno per niente prodotti.
Il sangiovese fra alti e bassi, con grappoli che nel mese di agosto e nel bollore settembrino si sono asciugati e seccati, mandando a maturazione e vendemmia fra il 50 e il 60% di quella che avrebbe dovuto essere una quantità di uva normale.
Buone le gradazione, bassa l’acidità, alla fine sembra che in un’annata così difficile e idiota, anche il sangiovese tenda a merlottizzarsi.
Coccinella sul grappolo al sole che strazia il cuore in un malinconico languore.

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