
Da una poesia di Primo Levi che narra di vicende disumane viste da una parte come mero calcolo o burocrazia e dall’altra come la forma più indegna di sopraffazione di un uomo verso un suo simile.
Se questo è un uomo – ai giorni nostri, con le debite proporzioni – che arriva dal mare, “ruba le nostre risorse, le nostre case e il lavoro agli italiani” corre in bicicletta per ogni grande o piccola città per portare nelle tiepide o fresche case – sia che nevichi, sia che il sole sciolga l’asfalto – quanto di meglio la ristorazione offre ai palati sopraffini entro le mura dei propri clienti.
Ciclisti con lo zaino a tracolla che con le applicazioni del proprio telefono, sfrecciano per le città prima che il gelato al mirtillo si squagli e il cliente lo rimandi indietro con un rimprovero.
Considerate se questo è un uomo… se il profitto può calpestare tutto.