
Negli ultimi anni, nel Chianti, ci siamo abituati a chilometri e chilometri di recinzioni poste a protezione delle vigne, dalla voracità di cervidi e cinghialotti.
Pareva fosse un fenomeno di sofferenza relativo solo al Chianti, invece si è sempre più allargato alle zone circostanti, poi, per via endemica, a tutto il paese, per non parlare della tristezza dei cinghiali che scorrazzano come villeggianti fra le vestigia della Città Eterna.
Ripararsi con le reti metalliche è cosa ovvia, ma in alcuni posti sono rimasti “al naturale”, ovvero a materiali quali canne, salici, mori, che intrecciati fra di loro, possono proteggere case, orti, poderi, senza interferire con la tradizione e la bellezza dei luoghi.