Dopo 27 anni di digiuno, vince la Contrada della Lupa che ha contribuito con i propri tavoli alle salsicciate nell’Oliveta di Vertine prima che venissero approntate delle postazioni fisse nel terreno.
Vince la Contrada più impervia, disposta sulla lunga salita di Vallerozzi che riassapora il gusto di una campanina che suona tutta la notte e fa rimettere le damigiane sui tavoli per brindare a un trionfo, voluto, perseguito, cercato caparbiamente dalla cavalla Preziosa Penelope e dal fantino Jonathan Bartoletti detto Scompiglio che di potenza, all’ultimo giro del Casato supera il Drago e il Nicchio che fino a quel momento aveva condotto la corsa.
Il Palio dipinto da Tommaso Andreini viene portato in trionfo fra le bandiere bianco e nere, la cavalla e il fantino alla chiesa di Provenzano per il ringraziamento alla Madonna.
Pianti, gioia, bandiere al vento e bicchieri al cielo in una città che fino alle due del sembrava quasi normale fin quando non si scendeva nei vari rioni che si preparavano alle vestizioni, ai primi battiti sui tamburi, ai riti di una festa che è sempre uguale da secoli in un mondo che ha globalizzato le abitudini quotidiane ma non la storia e la memoria delle emozioni provate.


















































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