Sorbetto di trippa all’arancia alla Stazione Leopolda

La Stazione Leopolda di Firenze è la cattedrale celebrativa più importante, chiamata anche la San Pietro degli Antani fuori le mura.
Riprende fiato quando non c’è il grande capo di Rignano sull’Arno tradotto in sala con la seggiola gestatoria portata a spalla dai soci Coop della sezione di Levanella, realizzata da un abile artigiano cesellatore del legno di sorbo che ha il proprio laboratorio in una grotta del monte Amiata, lì rifugiato perchè ha qualche pendenza con il fisco tedesco.

Oltre al Sommo Vate del Lampredotto di Palazzo Chigi, (quando lascia i locali liberi) si tengono alla Leopolda ogni genere di iniziative legate all’arte e al gusto: il congresso dei cinghialai del Chianti, la sagra delle lavandaie, il congresso dei barrocciai, la mostra mercato delle mucche chianine, dei pizzi e delle trine, i famosi corsi di uncinetto e ricamo di Simone Bezzini, sfilate di alta moda, presentazioni di guide di osterie e ristoranti e guide vinarie, o appuntamenti gastronomici nei quali si stegamano dal vivo ingredienti rurali.
E’ nel corso di questi appuntamenti fra i fuochi  della cucina che Sabrina Somigli e Stefania Pianigiani, sotto la direzione artistica di Rakele Tondini, nella loro turnè di presentazione del libro “Appetiti Estremi” si cimentano in diretta nella preparazione del “Sorbetto di trippa all’arancia”, la cui ricetta per intero si può trovare alla pagina 29 del librino medesimo.

Una volta accatastati insieme gli ingredienti (cipolla, trippa, burro, brodo di carne, un’arancia, scorza di limone e una ciocca di zafferano) il piatto si presenta di bell’aspetto come una messa in piega della Boschi, mentre al gusto, il Perozzi, e la socera di Renzi, ammettono essere divino ma latitante di noce moscata.

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