Andrea Sampoli, fotografo

Gli occhi non mentono mai e lo sanno bene i fotografi, che se tali, sgorgano scatti che escono dalla purezza di sentimenti o dalle brume di uno stato d’animo.

Il colpo d’ala, la capacità di cogliere uno sguardo, la ruga momentanea che riga un volto o la fortuna di essere li in un preciso momento a fissare un istante immobile per sempre pieno di immaginazione per chi vede.
Chi preferisce gli spazi o i particolari delle cose e della natura più dell’introspezione nelle persone, i battiti colorati dell’esistenza che si appoggia in un prato, in un orizzonte, in uno spicchio di mondo procura brividi lungo la schiena.
Persone strane i fotografi. Borse, obbiettivi che sembrano cannoni, ritratti di baci fra sposi o spruzzi di campagna, ma dietro la tecnologia o la trattenuta del fiato per uno scatto serve essere liberi, serve essere sensibili. Come Andrea e la sua compagna Elisabetta.

Di Andrea la foto del fantino della Contrada dell’Oca appena cascato da cavallo a coccoloni sul tufo con Piazza del Campo piena che lo guarda mentre sembra cerchi lo stimolo giusto per liberarsi di un peso.
In via dei Rossi a Siena, foto, stampa, baci nei cipressi di Arceno, spiragli di crete senesi.

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