Un tempo neanche tanto lontano c’era un reticolo di strade che collegava podere a podere, campo a paese ed era una viabilità battuta da decine di persone nel loro vivere quotidiano.
Allo stato attuale molta di questa viabilità o ha perso lo stato di strada per l’incuria dei tempi o è stata chiusa più o meno lecitamente, oppure si interrompe bruscamente da reticolati a protezione di colture (vigna) dal numero inverosimile di cinghiali allevati che popolano la zona.
Lo scricchiolare del breccino sotto scarponi pesanti da passeggio è una forma di turismo rispettoso dell’armonia e della bellezza dei luoghi.
Culturalmente e umanamente preziose le persone che arrivano a piedi con il tempo giusto che serve per incontri fortuiti sulla strada o per ammirare bellezze storiche e paesaggistiche che certo non mancano nel Chianti.
La sentieristica. Una forma di turismo e di benessere mentale che andrebbe incentivata e riscoperta, riaprendo arterie dimenticate ma che nelle carte risultano ben vive.
E dopo una bella camminata e aver riempito gli occhi di bellezza, una sosta di ristoro fra fette di prosciutto, sangiovese, salsicce e pane con l’olio riempie le papille gustative e la gioia di stare all’aperto in questo calduccio sole di ottobre.
Poi la volpe paesana che gironzola fra le stradine è un momento in più da portare via nel bagaglio dei ricordi di chi era impegnato a riprendere il cammino per digerire.









Ho saputo che è proibito chiudere la viabilità fatta dalle strade bianche e che anziché chiudere la strada si recintano secondo regole precise i vigneti e nel passaggio stradale, che potrebbe essere usato da caprioli e cinghiali, si installa un “griglione antiungulati”, che ne impedisce il passaggio, lasciandolo ai bipedi e ai mezzi.
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E continuano a cuocere i viziosi di Vertine…….. 🙂 voglio esserciiiiiiiiiiiii!!!!!!!
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La volpetta Furbetta non smette mai di far capolino quando sente odore di salsicce 🙂
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Silvana, le strade sono chiuse o con maniglie o con cancelli o in alcuni casi, strade di bosco e in disparte sono chiuse e basta e nel dover ricreare una fitta serie di sentieri fruibili da chiunque ci sarebbe da discutere con chi si vede l’uva disintegrata dai cinghiali e non sa più cosa fare.
E’anche vero che le griglie in terra impediscono l’accesso agli animali e non alle persone… ma di griglie non se ne vede mai l’ombra da nessuna parte.
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Non è vero che in Chianti si inciampa sempre in un sasso o in un co……ne come dice un vecchio detto.
C’è anche chi ha la fortuna di imbattersi in Andrea Pagliantini e i ragazzi del CAI l’hanno avuta.
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Renzo, credo che sia prematuro il mio percorso di canonizzazione e anche quando fosse l’ora sarebbe per troppi aspetti poco credibile.
Stando ai fatti c’è un luogo molto bello dove, quando arrivano persone con la semplice voglia di scoprirlo e rispettarlo troveranno sempre porte (vere) aperte e una splendida accoglienza portandosi via, come spero, dei bei ricordi.
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