Il giapponese con la gamba rotta

Sarebbero schiantati dal ridere anche Stanlio e Ollio.
Due e mezzo di mattina in un pronto soccorso per un’allegra nottata con la consumazione obbligatoria compresa nel prezzo.
Dagli ambulatori esce una delegazione giapponese composta da due ragazzette con i gins a calzone corto altezza si vede ogni cosa, dieci centimetri di collant trasparenti e poi stivale nero da pescatore d’altura a coprire fin oltre i calcagni.
Un ragazzetto sui vent’anni con i capelli a istrice attaccato alla trifase, occhiali tondi e spessi come i fari di un camioncino dell’OM, l’aria vagamente assonnata e litania di bestemmie in giapponese.
In carrozzina un adolescente di una decina d’anni con la gamba interamente ingessata fino all’inguine in un monoblocco di garza e gesso buono per disegnarci i manga a scuola.
Arriva una micra bianca ed esce un altro ragazzetto giapponese appiccicato a un mattoncino telefonico. Accento di sardo intasato dal raffreddore che parla con “gentile signora che fare masagi belli belli e che ora venire casina mia per masagino lungo lungo al mio piselino”.
Mentre questo parlava con bocca di rosa, gli altri cercavano di far entrare il ragazzo con la gamba intirizzita dal gesso dentro la micra e lo spettacolo valeva essere rimasti li fino a quell’ora in attesa che succedesse qualcosa di divertente.
Venti minuti in cui i giapponesini hanno dialogato, preso le misure, fatto esempi, provato per ogni verso a far entrare gamba di gesso nella macchina in ogni posizione senza arrivare a capire due cose basilari: che il bimbo non fosse fatto di gomma….. che bastava levare il seggiolino…
Finito di prenotare il massaggino al piselino si decide di chiamare un taxi che arriva in pochi minuti e finisce il divertimento.

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