Emmanuel Giboulot il viticoltore francese che rischia il carcere

Con 110mila tonnellate sparse ogni anno sulle sue terre la Francia è il terzo più grande utilizzatore di pesticidi al mondo dopo Usa e Giappone.

Il vino, prodotto faro dell’agricoltura francese, non fa eccezione. La parte del biologico nella pregiata produzione d’Oltralpe è passata dal 2,6% del 2007 all’8,2 del 2012.

Ciononostante nella quasi totalità dei vini francesi, biologici compresi, si possono trovare residui di pesticidi.

Ha per questo destato stupore, anche al di fuori dei confini del paese, l’invito a comparire davanti al giudice che un viticoltore della Borgogna ha ricevuto per essersi rifiutato di irrorare di pesticidi le sue viti.  

Tutto comincia a giugno, quando con un’ordinanza la prefettura del dipartimento della Côte-d’Or impone ai viticoltori di applicare sulle loro terre un trattamento una tantum per scongiurare il rischio di contagio da flavescenza dorata, malattia contagiosa e mortale per le vigne. Si tratta di un protocollo già applicato sulla metà dei vigneti d’Oltralpe da quando, cinquant’anni fa, l’epidemia s’è diffusa nel paese.

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0 Responses to Emmanuel Giboulot il viticoltore francese che rischia il carcere

  1. Avatar di vino vino ha detto:

    I francesi hanno più spina dorsale di noi.

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  2. Avatar di filippocintolesi filippocintolesi ha detto:

    Maggior spina dorsale dimostrata da Giboulot o dal prefetto?

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  3. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Da ambedue. E non è una risposta democristiana.
    Il vignaiolo con la sua convinzione (forse un po’ fanatica) di non dover irrirorare preventivamente la vigna con un trattamento a base di piretro estratto dal garofano e consentito per l’agricoltura biologica.
    Il prefetto per l’ottemperanza del rispetto della legge.

    Dovrei andare a consultare il mio voluminoso archivio di quegli anni, ma così a memoria mi pare di ricordare che nel 2005 venne pianificato a livello regionale un trattamento obbligatorio contro la cicalina della flavescenza dorata però, sempre se non ricordo male, l’informazione di questo trattamento obbligatorio mi arrivò tramite chi vendeva i prodotti per i trattamenti delle vigne…..

    L’importante all’epoca era comprare i prodotti per la cicalina (cari) e avere una fattura di appoggio….. poi darli o meno, era indifferente.

    In ogni caso per eliminare dubbi e focolai di infezioni è sempre bene distruggere le potature e non disperderle o lasciarle per anni a macerare nei campi.

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