Terzo capoluogo del Chianti (e dell’antica Lega omonima) dopo Radda e sotto Vertine.
Come nel resto del Chianti, qui gli etruschi avevano costruito insediamenti e laboratori in alto per vedere chi arrivava, vicino ad acqua di sorgente e non di borro.
A ridosso del paese le sorgenti di quel torrente Arbia le cui acque Dante defini tinte di rosso nella Divina Commedia parlando della battaglia di Montaperti fra senesi e fiorentini.
I tumuli di Montecalvario e di Fonterutoli: tombe etrusche visitabili in ogni stagione, Il museo archeologico che raccoglie testimonianze di questo antico passato con uno sguardo sempre rivolto al presente.
La caratteristica via della Volta, completamente chiusa ed incassata sotterraneamente in cui si notano locali, negozi, ristoranti e una cantina con botti enormi dietro un vetro sempre più annebbiato.
C’era il grandissimo ristorante Mariani dove si mangiava d’incanto e senza antani che faceva degli involtini da sogno, c’è l’agenzia immobiliare più fescion del reame, c’è la rocca che ospita il comune alle cui spalle domina la struttura del molino mangificio Niccolai completamente abbandonata e priva di senso di fronte ad un luogo di tale bellezza.
Alcuni locali interessantissimi, varie vendite di vino, movimento di gente anche con il freddo più cane.
Bottiglie da stappare sicuramente Bibbiano, San Donatino, Villa Rosa, Villa Pomona.
Ci sono i giardini con le panchine per gli opinionisti d’estate, c’è la bottega della Coop e la sezione del PD per gli opinionisti di tutte le stagioni.