L’ex ospedale psichiatrico di Siena

Buricchio arrivò come infermiere al San Niccolò di Siena quando la legge Basaglia stava per chiudere definitivamente questi luoghi di detenzione in cui molte persone finivano per diventare matte sul serio una volta che vi venivano rinchiuse.
C’erano persone che finivano fra queste stanze per i più futili motivi e qui passavano l’esistenza incuranti e ignoranti del mondo che c’era fuori, in un limbo di vita sospesa senza conoscere la vita nelle sue gioie, nelle sue fregature, nei suoi aspetti più intimi e piacevoli.

Buricchio fece una macchinata di matti ed entrò in Piazza del Campo (primo centro storico ad essere chiuso al traffico auto) per faccende da sbrigare di ufficio in ufficio, raccomandandosi con i matti che non facessero casini e che non si allontanassero.
I matti parevano bambini che vedono il luna – park per la prima volta attenti ad ogni particolare, negozio, piccione, lustrino che mai avevano visto fino ad allora.
Il capo matto rispose a Buricchio che non sarebbero scesi dalla macchina e se si fosse presentata una guardia a chiedere spiegazioni avrebbe detto che sono matti del manicomio in libera uscita e che avevano il permesso del ministro per stare li.

La struttura dell’ex manicomio di Siena è imponente. Ci sono ali restaurate e utilizzate per succursali delluniversità, per uffici dell’usl, laboratori di musica e di teatro.
Ci sono anche strutture che stanno franando per l’incuria e c’è il famoso reparto Connolly, unica struttura in Italia costruita a panopticon, architettura creata per la sorveglianza da un unico punto di vista dei detenuti o dei malati.
Era il padiglione degli agitati, delle persone che vivevano in celle singole, spesso rivestite di materassi per non farsi male o per non feririsi che in questo momento è a sero rischio di stabilità.
Sempre meglio che finisca nella solita speculazione edilizia o nella creazione di qualche ente seggiolificio per l’oligarchia che comanda, ma una struttura del genere meriterebbe senz’altro un miglior utilizzo che finir per franare.

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0 Responses to L’ex ospedale psichiatrico di Siena

  1. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    Grazie,Andrea,per queste foto e per il ricordo che fai di quel vissuto.Io lo conosco bene,avendoci lavorato due anni,duri e intensi, ma anche importanti per capire certe realtà sociali anche molto drammatiche. Ma voglio ricordare il San Niccolò nei suoi anni migliori,quando era una piccola “grande” cittadella autosufficiente,presa a modello a livello europeo,in cui i malati lavoravano come vetrai,falegnami,agricoltori,e bravissimi fornai,anche per la città…E famose erano le malate ricamatrici che tessevano addirittura per il Papa!…tutti lavori che aiutavano a”contenere”la malattia mentale e a dare dignità a ciascuno di loro…Spero tanto che la struttura venga valorizzata per come merita.Un saluto

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  2. Avatar di silvana silvana ha detto:

    Un luogo pieno di sorprendenti ricchezze, umane e ambientali. Una risorsa per Siena, una scoperta per chi visita la città.

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  3. Pingback: Nel Montone | Andrea Pagliantini

  4. Avatar di Vincenzo Ferrara Vincenzo Ferrara ha detto:

    Il mio non è un commento, ma una richiesta di aiuto.
    Mio padre, all’epoca militare, è stato ricoverato presso l’Ospedale Psichiatrico di S.Niccolò in Siena della Società di esecutori di Pie disposizioni, nel periodo che va dal 16/04/1944 (data certa) è possibile avere notizie ed eventuale documentazione?
    Dove e come rivolgersi?

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