Gentile signor Giacomo Bassi Sindaco di San Gimignano
Gentile signora Anna Maria Betti assessore al turismo della provincia di Siena
Spettabile Pro Loco San Gimignano
Girando per la meraviglia delle vigne e della campagna circostante e poi per le stradine e gli scorci della cara San Gimignano patrimonio dell’ Unesco, passino le mutande con impresso il pisello del biancone, le mutande tricolori, i busti dei papi, le torri di Pisa, le palline di neve con la città dentro, la cianfrusaglia e il vino, l’olio, gli alimenti messi al sole e i cinghiali impagliati esposti dai bottegai fantasiosi o le borse e altri articoli in serie in ogni città turistica d’Italia, ma la maglietta che vi allego in foto (l’immagine centrale del post) con l’immagine del padrino e la scritta “Italian style”, mi mette addosso una tristezza infinita e uno scatto di indignazione per quella parte di paese che mafiosa non è, per quella parte di paese che si sente annichilita dall’essere rappresentata da un luogo comune, da un male oncologico della nostra società messa superficialmente in vendita all’interno di un negozio della città. Abbiamo il piacere, la fortuna, l’onore di vivere in una parte di mondo baciata dall’arte, dalla qualità del suolo e di ciò che vi nasce…. non mandiamo tutto a rotoli per la nostra sete di quattrino, per la nostra voglia di vendere il letame mescolato alla bellezza.
Cordiali saluti
Andrea Pagliantini 
Concordo pienamente con te caro Andrea…anche a me mette tanta tristezza paragonare allo stile italiano la faccia di un mafioso impressa nella maglietta.
L’ITALIAN STYLE è ben altro…è cultura ,arte,panorami incontaminati!!Un territorio come la Toscana ricco di arte e di bellezze naturali non ha proprio bisogno di essere così malamente etichettato….. che rabbia…
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Noi italiani siamo maestri nel copriri di ridicolo e anche questa maglietta ne è una dimostrazione.
Il sindaco e l’assessore provinciale hanno risposto a questa lettera?
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E’ mia opinione che l’esposizione al pubblico di una maglietta del genere contraddistingua gli esercizi commerciali i cui proprietari sono degli emeriti stronzi.
Oppure, più semplicemente… Bischeriiiii!
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Il sindaco di San Gimignano, Giacomo Bassi mi ha prontamente risposto (cosa che non ha fatto l’assessora alle zolle e turismo della Provincia di Siena Anna Maria Betti, ma è detto solo per la cronaca) dicendo che si trovava completamente d’accordo sull’indignazione suscitata da quella maglietta, ma che da sindaco non poteva far nente in quanto la materia è regolata da una normativa europea e poi nazionale sulla libera concorrenza e libero mercato.
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É vero, da sindaco non può fare nulla. Ma da cittadino sí: può esternare il suo pensiero pubblicamente e fiananco recarsi al negozio e presentarlo all’esercente. Il diritto di opinione é ancora tutelato dalla nostra carta costituzionale.
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Sono d’accordo con Dario. Tutti gli amministratori dovrebbero … (se avessero un certo senso del ruolo). Se non lo fanno (quasi) mai è per via dei voti. C’è ancora in giro una politica che pensa che più lasci mano libera ai cittadini più voti prendi. E, purtroppo, un po’ di tragione ce l’hanno, nel breve termine.
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purtroppo a san gimignano contan più i bottegai dei contadini..
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Vorrei dire tante cose… ma credo che non riuscirei ad esprimermi chiaramente e senza fare retorica… ragion per cui mi associo caldamente ai vostri commenti con la speranza che chi ha acquistato questi “gadget” per venderli come souvenir legga questa post e questi commenti e si porga degli interrogativi…
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Oggi, privatamente, si sono fatte vive molte persone di San Gimignano (che non conoscevo) per ringraziarmi di questo post e per manifestare la loro approvazione.
Ad ognuno/a di loro, ho fatto presente che da cittadini e da indigeni possono manifestare la loro disapprovazione direttamente al bottegaio che ha messo in vendita questa schifezza.
Pacatamente e argomentando per fargli capire che a mente fredda e senza il cuore nella mela destra dei calzoni, ci potrebbe arrivare anche lui a capire che razza di troiaio va mettendo in giro, appoggiato su una stampella nello scaffale dei luoghi comuni.
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