La pasta di Giovanni Fabbri

Da Strada, alle porte di Firenze, il pastificio Fabbri continua ad essiccare ed impastare pasta da quattro generazioni, mantenendo intatta la fierezza artigiana del proprio laboratorio, avendo cura di selezionare quei grani quasi dimenticati che nel corso dei secoli hanno sfamato generazioni di persone ma che l’approccio industriale dato all’agricoltura ha fatto quasi dimenticare a vantaggio di varietà fisicamente più basse di altezza e gestione.

“I segreti della pasta Fabbri, sono due: lavorare un buon grano, come il bianco o nero “monococco”, detto anche farro dei romani con una spiga finissima o il “Cappelli”,  con spighe oro e lunghi “baffi neri”.”

Ne risaltano paste dai lenti tempi di essiccazione ma dalla consistenza e dal sapore incommensurabilmente migliori di un qualsiasi altro tipo di pasta e dove regna il sapore regna la bontà della ricchezza di fibra e di alimento che questa pasta offre al consumatore.
Spesso per fare un passo avanti, occorre farne due indietro, alla riscoperta di quanto si è sempre fatto, ma non si è mai avuto l’accortezza di proteggere e tramandare.

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