La via Francigena di Fanfani

E’ tutta una cartellonistica che si interseca quella che annuncia in ogni dove il tratto di un pezzo dell’antica via Francigena (quella che da Canterbury, conduce a Roma) come in ogni paese si rispetti c’è una targa su una casa in cui dormì e trombò Garibaldi.

Alla luce dell’aggomitolio storico e viatico producono intraprendenti assessori al turismo, alla luce dei fatti e allo stato attuale, l’unica cosa certa è il percorso della Francigena tracciato da quel gigante di Amintore Fanfani: l’autostrada del sole che passa sotto casa sua ad Arezzo.

Ed è questa si festeggia, con viti all’arrabbiata, affettato nostrale, Pagliarese 1988, fragole e panna, brace e una carezza a Federica.

Il gelato al vinsanto della gelateria Sampoli di Radda in Chianti è meglio di una messa cantata in latino.

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0 Responses to La via Francigena di Fanfani

  1. Avatar di Dario Dario ha detto:

    Grazie per avermi ricordato il motto che era solita dirmi mia zia Andreina davanti a un piatto di qualsiasi pietanza. Urge ripristinarlo nel quotidiano.

    Quanto al costoleccio, se vai in Brianza a mangiarlo coll’alpini ti tocca chiamarlo costini (non costine: i costini)

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  2. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Dario, mi ci vedi a varcare lo sterro di San Donato per andare a mangiare la rostinciana in Brianza e sentirla deteriorare nel nome con l’indigeribile costine?
    No meglio digiuno ma a chilometro zero.

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  3. Avatar di Dario Dario ha detto:

    eppure t’assicuro che se fatte dall’alpini che conosco io, quelli di San Genesio, te le mangeresti e ti garberebbe pure vedere il modo in cui le fanno.

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